Questa storia la vogliamo raccontare affinché diventi un emblema per chi immagina che non ci sia una seconda opportunità nella vita.
Andrea Bufano aveva scelto la strada della sregolatezza, degli eccessi, del vizio che inevitabilmente porta a delinquere. Furti, rapine, arresti e carcere. Una consecuzione logica e inevitabile. Ma perché la storia di Andrea è emblematica? Perché Andrea proprio in quel carcere incontra la solitudine e scopre di aver perso tutto. Ma mentre perde tutto, ritrova se stesso. Un viaggio a ritroso nella sua vita per tornare ai valori da sempre presenti nella sua famiglia. Andrea vuole tornare ai suoi affetti e vuole tornare a vivere da uomo libero. Arriva l’indulto e l’affidamento al SERT che nel 2008 gli regalano la libertà. Ma Andrea scopre una nuova realtà, scopre quanto sia difficile se non impossibile il suo reinserimento nella società e chiama la sua nuova condizione ‘morte civile’.
Decide però di reagire perché sa che è un suo diritto tornare a vivere. Sa di aver sbagliato e di aver procurato dolore a chi lo ama ma sente di aver maturato una grande voglia di riscatto e chiede a gran voce dignità, rispetto e lavoro per gli ex detenuti. Nel 2014 scrive Neve a giugno, il suo primo libro autobiografico che è anche autoprodotto. Un messaggio forte che vuole essere un monito per quanti cadono nella rete delle droghe, del vizio e della delinquenza. Un libro nel quale la sua ammissione di colpevolezza viaggia parallela con la crociata contro tutto ciò che conduce a perdersi. Ma il messaggio di Andrea è anche di orgoglio e di forza per dimostrare che si può lottare e uscire da una condizione di marginalità che toglie voce e priva l’uomo di speranza.
Nel pieno dell’attività che lo vedeva diffondere nelle scuole il suo messaggio positivo, che diventa esemplare con il confronto personale più che con le parole, per un residuo di pena su ordine della Procura Generale di Bologna, Andrea rientra nel carcere di Borgo San Nicola nel dicembre 2015. È di pochi giorni fa la sua scarcerazione e l’affidamento ai servizi sociali.
Incontriamo un Andrea forte, deciso e positivo.
Chi è Andrea Bufano nuovo e con che occhi guarda all’Andrea del passato?
Oggi sono una persona rinata, con nuovi sogni e con un desiderio profondo di poter continuare a scrivere per portare ovunque il mio messaggio che è un messaggio di vita e di speranza. Se guardo indietro, vedo un uomo che ha sbagliato e e non posso che rinnegare un passato che mi ha visto precipitare in una vita vissuta in modo sfrenato e che mi ha portato a fare il porno-attore e le rapine pur di sostenere i miei vizi. Quell’Andrea ora non esiste più. É dell’uomo che sono adesso che voglio lasciare un ricordo. Oggi voglio continuare ad andare nelle scuole e spiegare ai ragazzi che dietro le droghe c’è solo un’illusione di felicità. Ma non esiste felicità senza sogni. E le droghe servono solo a spegnere i sogni.
La tua battaglia è anche per una riabilitazione sociale degli ex-detenuti. Quanto è difficile questo reinserimento?
Reinserirsi nella vita sociale è difficilissimo, anche per questo voglio lottare, affinché cambi non solo l’atteggiamento mentale delle persone ma si crei una maggiore sensibilità nella classe politica e nelle istituzioni per aiutare chi come me vuole tornare ad una vita normale. Quello che voglio dire, e lo dico per esperienza, è che il rischio di uscire dal carcere e ritrovarsi a delinquere è altissimo se non si viene supportati da qualcuno. Nel mio caso, l’aiuto più grande è venuto proprio dall’alto. È alla direttrice del Istituto Penitenziario di Lecce che devo tutto e a lei va la mia più profonda gratitudine. Indimenticabile per me, la sera del 21 luglio 2016 poiché grazie ad un permesso speciale ho presentato il mio libro alla presenza della direttrice Rita Russo e del sindaco del mio paese Fabio Tarantino.
Da chi ti sei sentito sostenuto e incoraggiato in questo percorso di cambiamento?
In primo luogo, da mia madre, mio padre e dai mie fratelli, perché non mi hanno mai abbandonato. Poi dalla direttrice Rita Russo, dal mio amico Fabio Tarantino, dai miei legali Giuseppe Presicce e Stefano Gallo, che sta anche correggendo il mio secondo libro che a breve andrà in stampa. E poi dai miei amici fraterni che non mi hanno mai abbandonato. Non posso non ricordare un incontro speciale, vero e significativo, che ho avuto tempo fa con una persona eccezionale che rappresenta l’emblema della lotta per la giustizia nelle carceri; a Sergio D’Elia va tutta la mia stima e i miei ringraziamenti. Oggi, che sono stato affidato ai servizi sociali, devo anche dire un grazie a Cesare Caracuta per avermi offerto di lavorare nella cooperativa Concordia.
Il tuo prossimo libro?
Il mio prossimo libro, per il quale sto cercando un editore, si intitola L’ultimo incontro mentre sto già scrivendo il mio terzo libro che si intitolerà Carnevale.
Quando credi di conoscere tanto, ti accorgi che sono gli incontri come questi che ti regalano la vera percezione dell’uomo e ti fanno sentire che un mondo migliore è possibile. In bocca al lupo Andrea!
A cura di Tiziana Protopapa