
L’appello fatto qualche giorno fa dalla famiglia Schipa che gestisce il forno SiSe di viale Taranto ha raccolto molto consenso. Un gesto di grande solidarietà, ma soprattutto di rispetto e grande professionalità. I titolari, in un momento particolare come quello che stiamo vivendo, pur potendo produrre e vendere insieme al pane anche i dolci – e le tradizionali zeppole per chi vuole mantenere viva la tradizione di festeggiare San Giuseppe con quella delizia – hanno scelto di non farlo, per rispetto ai colleghi pasticceri che non vendendo beni di prima necessita sono costretti a stare chiusi (e ad organizzarsi, al massimo, con le consegne a domicilio).
Dopo l’appello, non sono stati pochi i maestri pasticceri che hanno contattato la nostra redazione. Il coro è stato unanime nel plaudire l’iniziativa della famiglia Schipa, ma altrettanto unanime è stata la manifestazione di perplessità in merito alla possibilità per i panifici di vendere, in questi giorni, anche i dolci.
“Alla vigilia della festa del papà e di San Giuseppe viene da pensare a quei guadagni che non entreranno come ogni anno e a quelle attività famigliari – e sono la maggior parte – che dovranno farne a meno” ci hanno detto in tanti.
Nulla questio sull’attività dei panifici, chiamati a produrre pane e simili come sempre per soddisfare la richiesta di un genere di prima necessità. Ma la domanda che ci arriva da più parti è: che senso ha consentire la vendita di prodotti di pasticceria in un forno? Se nelle pasticcerie la vendita è vietata per motivi di igiene e sicurezza, perché la stessa regola non dovrebbe valere anche per la vendita di dolci nei forni?
Non sono pochi gli esercizi che si sono attivati con la consegna a domicilio delle guantiere di paste e pasterelle o delle torte: anche le zeppole di san Giuseppe, nel rispetto della tradizione, possono essere consegnate a casa. “Ma chi richiederà tale servizio se andando a comprare il pane, si possono comprare anche le zeppole? Sarebbe giusto, per far vivere tutti in un momento così difficile, dare a ognuno il suo: il pane dal panificio, le zeppole dalle pasticcerie”.