
Si conclude con la condanna il processo a carico di un 30enne di Lecce, accusato di aver picchiato l’ex compagna, fino a provocarle la perforazione del timpano.
La sentenza è stata emessa, nelle scorse ore, dai giudici della prima sezione collegiale (presidente Fabrizio Malagnino) che hanno inflitto all’imputato la pena di 5 anni e 4 mesi di reclusione, per i reati di maltrattamenti e lesioni personali.
Il 30enne, che si trova tuttora in carcere, è stato condannato anche al risarcimento del danno in separata sede in favore della vittima, che si era costituita parte civile con l’avvocato Germana Greco.
L’imputato, difeso dall’avvocato Ivan Feola, potrà presentare ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza (entro 60 giorni).
La pubblica accusa aveva invocato la condanna a 6 anni di reclusione.
I fatti ricostruiti dalla Procura risalgono al mese di luglio del 2023.
Le indagini presero il via dalla denuncia della ormai ex compagna. Venivano contestate una serie di offese e umiliazioni. Non solo, poiché il 30enne pretendeva di controllare le chiamate ed i messaggi sul telefonino della donna. E poi, la compagna, secondo l’accusa, veniva picchiata con pugni e schiaffi. E in una circostanza l’uomo, dopo una violenta aggressione fisica, le provocava la perforazione del timpano, con indebolimento permanente dell’organo uditivo.
Il 30enne venne raggiunto da un decreto di giudizio immediato, a firma del gip Antonio Gatto, come richiesto dal pm Maria Grazia Anastasia. E si arrivò alla celebrazione del processo, conclusosi con la condanna dell’ex compagno.