
È stata eseguita l’autopsia per far luce sulla morte di un 40enne, avvenuta tre giorni dopo il ricovero per un mal di pancia. Non solo, poiché il padre della vittima, nella denuncia, sostiene che il figlio abbia dovuto attendere per ben 16 ore, tra ambulanza e pronto soccorso, per il tampone anticovid.
Nella giornata di sabato, il pm Alberto Santacatterina ha conferito l’incarico al medico legale Alberto Tortorella. I risultati completi saranno depositati entro il termine di 60 giorni e verranno eseguiti anche degli esami tossicologici.
Nel frattempo, come atto dovuto, sono stati iscritti nel registro degli indagati, i tre medici che hanno avuto in cura il paziente per le ipotesi di reato di omicidio colposo e responsabilità colposa in ambito sanitario. Sono assistiti dagli avvocati Americo Barba e Mario Liviello.
Il padre della vittima, invece, è assistito dall’avvocato Walter Zappatore, ed ha nominato come comsulenti Sarà Sablome ed Angelo . Le parti hanno nominato i propri consulenti tecnici.
In base a quanto riferito dal denunciante, il figlio 40enne si sente male nella giornata di domenica 7 novembre. Ha dolori allo stomaco, ma la guardia medica non riesce a visitarlo per le disposizioni anti-covid. Viene però allertato il 118 e l’uomo viene visitato dal personale dell’ambulanza. Dopo un’ora, viene portato all’ospedale “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli e arriva intorno alle 19. Fino alle 23, deve attendere per ben 4 ore in ambulanza prima di essere sottoposto a tampone. Entra in pronto soccorso ed è costretto ad attendere l’esito del test nell’atrio, per altre 12 ore.
Una volta disposto il ricovero, a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute, intorno alle 17, il 40enne finisce in rianimazione e vi rimane per tre giorni. La mattina dell’11 novembre, verso le 6:30, si verifica il tragico epilogo e il 40enne muore in ospedale.
Ora sarà l’inchiesta a chiarire se vi siano state negligenze da parte del personale medico che ha avuto in cura il paziente.