45enne entra in ospedale con il codice verde, viene trasferito e muore dopo oltre un mese. 16 indagati

Non solo, poiché la moglie sostiene di non essere stata informata sul peggioramento delle condizioni di salute del marito.

Entra in ospedale in codice verde per accertamenti, ma ben presto il suo quadro clinico si aggrava e muore alcune settimane dopo in un’altra struttura ospedaliera. Non solo, poiché la moglie sostiene di non essere stata informata sul peggioramento delle condizioni di salute del marito.

Sul decesso di un 45enne di Leverano, la Procura ha aperto un’inchiesta. Intanto, come atto dovuto in vista dell’autopsia, 16 persone ( tra cui i medici degli ospedali di Copertino e Casarano) sono state iscritte nel registro degli indagati dal pm Donatina Buffelli, per l’ipotesi di reato di omicidio colposo e responsabilità colposa in ambito sanitario. Il conferimento per l’esame autoptico al medico legale Ermenegildo Colosimo avverrà nella giornata di venerdì

Le indagini hanno preso il via dalla denuncia presentata, presso la stazione dei carabinieri di Casarano, dalla moglie della vittima, assistita dall’avvocato Marco Romanello.

In base a quanto sostenuto dalla donna, il 9 settembre scorso, il 45enne si recava presso il pronto soccorso dell’ospedale di Copertino per accertamenti e successivamente veniva disposto il ricovero per un blocco renale. La moglie sostiene di non essere stata però informata del repentino aggravamento del quadro clinico del marito, rimasto lì fino al 16 ottobre. E di avere ricevuto sue notizie, attraverso un amico di famiglia, solo dopo il successivo ricovero presso l’ospedale di Casarano ( dopo un breve trasferimento a Galatina per essere intubato dal 16 al 19 ottobre). La donna a quel punto si è recata in ospedale assieme al figlio per vedere il marito che versava in stato di incoscienza. L’uomo è poi deceduto nella serata del 28 ottobre scorso.

Successivamente, come detto, la moglie ha deciso di sporgere denuncia, anche perché il marito seppur affetto da obesità cronica e portatore di un peacemaker, non era mai stato in condizioni critiche ed aveva lavorato fino a poco tempo prima del ricovero. In particolare, viene chiesto di fare chiarezza sul decesso e sulla mancanza di adeguate informazioni sul suo stato di salute. Infatti, solo all’ospedale di Casarano le veniva comunicato l’evolversi del suo quadro clinico del marito, fino al tragico epilogo.



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