Una barca pregiata, un gioiellino per gli intenditori: una Camuffo 50 d’epoca in legno di quasi 16 metri, realizzata nel più antico cantiere navale del mondo, quello di Chioggia, fondato nel 1438. Doppia pilotina di comando, due motori da 500 cavalli ciascuno, completamente arredata e accessoriata, con una portata massima di 12 persone, il pregiato yacht, acquistato nel 1997 alla non modica cifra di un miliardo di lire, è oggi in vendita. Nessuno però pare voglia acquistarlo, tanto che è ancora ancorato lì, nelle acque di Porto Cesareo, dopo un anno. Il motivo è semplice. La «Hale-Bopp», questo il suo nome, soffre il peso di un altro nome, quello del suo proprietario.
L’imbarcazione, infatti, apparteneva a Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore di Copertino condannato all’ergastolo per l’attentato davanti alla scuola «Morvillo-Falcone» di Brindisi in cui morì la studentessa Melissa Bassi e rimasero ferite, in modo grave, altre cinque persone. L’imbarcazione, seppur indirettamente, riporta alla mente quel 19 maggio di due anni fa, al giorno di quel terribile attentato che scosse e ammutolì l’Italia intera.
E forse anche per questo le aste bandite finora sono andate tutte deserte tanto che il valore dell’imbarcazione, al quale l’imprenditore teneva tantissimo, è sceso da circa 200mila a 42mila euro. È da questa cifra che si ripartirà il prossimo 6 giugno quando verrà bandita una nuova asta. Le offerte per partecipare devono essere presentate entro il prossimo 3 giugno.
C’è da dire che se da un lato è assolutamente comprensibile la ritrosia ad acquistare un bene appartenuto a chi ha commesso un gesto tanto crudele, dall’altro c’è un altro aspetto importante da considerare: il ricavato dalla vendita dei beni confiscati a Vantaggiato servirà a risarcire tutte le vittime della strage.
Perché se non esiste cifra al mondo che, purtroppo, possa riportare in vita Melissa Bassi e restituirla alla sua famiglia non bisogna dimenticare che ci sono ragazze che portano ancora sul corpo i segni di quella terribile esplosione e che hanno diritto a vivere la loro vita nel miglior modo possibile.