​Taglia e cuci di merce contraffatta a domicilio: denunciato un senegalese

La Polizia ha fermato un cittadino senegalese intento, nel suo appartamento, a contraffare diversi prodotti con etichette di note marche di abbigliamento. Nella sua casa sono stati scovati giubbotti, borse e svariate borse, pronte a essere vendute in nero.

Il rumore della macchina da cucine, aghi, spilli e fili di cotone. Ecco quanto trovato nell’appartamento di un cittadino senale residente a Lecce, scovato mentre era intento a contraffare della merce che, presumibilmente, sarebbe stata poi rivenduta nel mercato nero.
 
È quanto successo nel pomeriggio di ieri, quando il personale della Divisione Immigrazione ha effettuato una serie di controlli su cittadini stranieri residenti in provincia. Nel corso delle operazioni gli agenti si sono recati tra le vie del centro, in un appartamento dove risultava censito un cittadino originario del Senegal.
 
I poliziotti hanno provveduto a citofonare, ma non hanno ricevuto pronta risposta. Tuttavia, dall’esterno dell’appartamento, si udiva distintamente il rumore prodotto da una macchina per cucire: dopo l’ennesimo tentativo di farsi aprire la porta, il rumore cessava ed uno straniero, K.D. anche lui del senegalese, ha finalmente aperto la porta.
 
L’uomo, alla richiesta degli agenti, ha riferiti che il suo connazionale, quello cercato dal personale della Divisione Immigrazione, da alcuni mesi si era  assentato  per un viaggio nel loro paese di origine. Gli agenti, però, hanno notato che durante le fasi del controllo il senegalese assumeva un atteggiamento elusivo e preoccupato, frapponendosi con il corpo sulla porta di separazione tra la stanza di ingresso ed un tinello, con il chiaro intento di impedire la vista.
 
La condotta di K.D. ha insospettivo gli agenti che hanno quindi deciso di estendere il controllo nei vari locali dell’abitazione, al fine di verificare cosa cercasse di nascondere. Presente nella stanza adiacente all’ingresso, effettivamente, vi era una macchina da cucire ed un borsello al quale si stava applicando il marchio tondo di una nota marca di abbigliamento quello di “Napapijri”.
 
Accanto, su di un tavolo, vi erano altre etichette di note marche di abbigliamento, tra cui Colmar, Just Glamour, Elgin. E poi borse, sia da donna che da uomo,  alcune delle quali già provviste di marchi.
 
I sospetti, a quel punti, sono diventati concreti e, con l’ausilio di altre Volanti, la perquisizione si è estesa in tutto il resto della casa, ritenendo che vi fosse occultata altra merce contraffatta. Gli operatori hanno così scovato un giubbotto da uomo di colore nero con affissa un’etichetta “Napapijri” ed altro materiale utile al confezionamento ed all’applicazione delle etichette, ed in vari sacchi di plastica alcuni borselli da uomo e borse da donna con etichette già applicate.
 
Alla luce di quanto riscontrato il K.D. veniva indagato in stato di libertà per contraffazione di merce.



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