Colpisce un ispettore perché non voleva lasciare la stanza piena di escrementi, aggressione nel carcere di Lecce

Un detenuto con problemi ha colpito, con violenza, un Ispettore di Polizia Penitenziaria. La preoccupazione di Uilpa PP Puglia

Il problema delle aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria collegata, il più delle volte, alla gestione dei detenuti psichiatrici, era stato al centro del congresso regionale della Uilpa PP Puglia, in cui sono state affrontate tutte le criticità delle Carceri italiane. Una (drammatica) quotidianità, come dimostrano gli episodi di violenza che hanno come sfondo gli istituti di pena e che finiscono sulle pagine di cronaca dei giornali locali e nazionali un giorni sì e l’altro pure. L’ultimo si è verificato a Borgo San Nicola.

L’aggressione nel carcere di Lecce

Come si legge in una nota a firma di Stefano Caporizzi, segretario regionale UIL PA Polizia Penitenziaria, le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 15.00 quando un detenuto con problemi ha colpito, con violenza, un Ispettore di Polizia Penitenziaria. Nonostante il colpo ricevuto, è riuscito a bloccare l’uomo e a sistemarlo nella stanza accanto alla sua, colma di escrementi.

L’intervento della Polizia Penitenziaria era finalizzato a pulire e disinfettare la stanza del detenuto, ma i tentativi di persuaderlo a cambiare, momentaneamente, la stanza sono stati vani. A lungo hanno cercato di convincerlo per poter disinfettare il luogo, ma nulla.

«La gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche è una delle problematiche principali del sistema carcerario, situazione aggravata dalla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, sostituiti dalle ,insufficienti, residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Da tempo – si legge nel comunicato – affermiamo che la Polizia penitenziaria non è organizzata e formata per il trattamento di detenuti affetti da infermità mentali, anche gravi, i quali, troppo spesso anche perché abbandonati a se stessi e per il loro difficile stato emotivo, aggrediscono con puntuale e preoccupante (con una politica, molto spesso “sorda”) regolarità i poliziotti».

Si contano almeno tre aggressioni al giorno contro gli agenti della polizia penitenziaria. E spesso a usare la violenza sono i detenuti che hanno bisogno di aiuto. A “pagare” non sono solo gli uomini in divisa, ma anche i detenuti stessi «che vengono, spesso, spostati da un penitenziario all’altro nell’improbabile ricerca, difatti quasi sempre vana, di migliori possibilità di gestione».



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