Allestiscono uno stabilimento balneare, ma senza autorizzazioni. La ‘scoperta’ della Guardia Costiera

Un vero e proprio stabilimento balneare privo di qualsiasi titolo autorizzativo e di qualsiasi servizio di sicurezza ai bagnanti, 700 ricci pescati nell’area marina protetta e calamari congelati immersi nell’acqua: è il bilancio delle attività della Guardia Costiera.

Altre porzioni di demanio marittimo sono state restituite alla pubblica fruibilità: è solo uno dei risultati raggiunti, negli ultimi giorni, dai militari della Guardia Costiera di Gallipoli, impegnati come sempre a controllare il litorale salentino. Dalle ispezioni effettuate dagli uomini in divisa, infatti, sarebbero emersi degli abusi di natura demaniale.  In particolare, l’occupazione di circa cinquanta metri quadrati con pedane, passerelle e altre attrezzature balneari. Di fatto, era stato allestito un vero e proprio stabilimento senza alcuna autorizzazione e di conseguenza privo di qualsiasi servizio di sicurezza per i bagnanti.  
  
Per quanto riguarda l’attività di vigilanza sulla filiera della pesca, invece, nella serata di ieri i militari in servizio presso l’ufficio Locale Marittimo di Porto Cesareo, su segnalazione da parte dell’Area Marina Protetta, hanno sequestrato circa 700 ricci. Stessa fine hanno fatto le attrezzature subacquee utilizzate per la pesca dal trasgressore pizzicato ad esercitare l’attività all’interno della Zona Integrale “A” dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo.  Per lui è scattato il deferimento all’autorità giudiziaria.  
  
Gli stessi militari coadiuvati dal personale veterinario ASL di Copertino hanno ritrovato, all’interno del porto, nei pressi della banchina di rada di levante, un retino immerso nell’acqua contenente circa 8 kg di calamari congelati. L’ipotesi al vaglio dei militari è che gli stessi prodotti fossero pronti per essere venduti ad ignari clienti come prodotti freschi e locali, configurando in questa modo il reato di tentata frode in commercio. A seguito di ispezione veterinaria venivano dichiarati non idonei al consumo e posti sotto sequestro per cattivo stato di conservazione.



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