Alloggi popolari in cambio di voti? Chieste condanne per ex assessori e dirigenti comunali

Nel corso di una lunga requisitoria, il pm ha ricostruito la gestione degli alloggi popolari a Lecce, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2016-2017.

Chieste numerose condanne, tra cui quelle per gli ex assessori Attilio Monosi e Luca Pasqualini e per l’ex consigliere d’opposizione, Antonio Torricelli, nel corso del processo sui presunti illeciti per l’assegnazione degli alloggi popolari in cambio di voti. Nel pomeriggio di oggi, dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella e Roberta Maggio), presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, si è conclusa la requisitoria del pubblico ministero Massimiliano Carducci che ha invocato: 9 anni di reclusione per Attilio Monosi, 53 anni di Lecce, ex assessore al bilancio della giunta comunale guidata dal sindaco Paolo Perrone; 7 anni e 6 mesi per Luca Pasqualini, 52 anni di Lecce, ex assessore al traffico della stessa giunta; 6 anni e 6 mesi per Antonio Torricelli, 79 anni di Lecce, ex vicepresidente del consiglio comunale, in quota Pd; 2 anni e 2 mesi per Damiano D’Autilia, 46enne leccese, ex consigliere comunale. Invece, chiesto il non doversi procedere per prescrizione del reato per Nunzia Brandi, 76enne leccese, ex assessore allo Sport. E ancora, 6 anni ed 8 mesi di reclusione, per l’ex dirigente comunale Pasquale Gorgoni, 68enne di Lecce e l’assoluzione per Giuseppe Naccarelli, 54enne di Lecce, che rispondeva di associazione a delinquere (anch’egli ex dirigente comunale).

E ancora, 3 anni e 8 mesi per Piera Perulli, 56enne e 3 anni e 4 mesi per Paolo Rollo, 65enne, entrambi di Lecce; 3 anni per Giovanni Puce, 53enne, originario di Maglie (ex dirigenti e funzionari dell’ufficio casa); 3 anni per Sergio De Salvatore, 62enne di Lecce (ex dirigente Ufficio Erp). E poi: 2 anni e 6 mesi Monia Gaetani, 49enne di Lecce; 2 anni e 9 mesi per Vanessa Tornese, 30enne di Lecce; Monica Durante, 47enne leccese e Diego Monaco, 44enne leccese (presunti “collettori di voti”); 2 anni e 2 mesi per Rosario D’Elia (detto Andrea), 49enne di Lecce (presunti “collettori di voti”).

E poi, chieste altre condanne (molti imputati sono residenti del Quartiere Stadio). In particolare: 2 anni per Douglas Durante, 44enne di Lecce, Liliana Guido, 39enne di Lecce, Antonio Briganti, 59enne di Lecce e Raffaele Liccardi, 58enne di Lizzanello; 2 anni ed 8 mesi per Francesca Sansò, 53enne di Lecce; 2 anni e 10 mesi per Laura Panzera, 44enne di Lecce.

E ancora 3 anni per Luisa Fracasso, 48enne originaria di Galatina (nelle vesti di vigile urbano); 2 anni e 10 mesi per Giovanni Bene, 41enne di Lecce; 2 anni e 6 mesi per Raffaele Guido, 72enne di Lecce.

Chiesta l’assoluzione per Cristian Elia, 46enne di Lecce.

Invece, il pm ha chiesto il non doversi procedere per Angelica Camassa 30enne di Lecce, Amedeo Scialpi, 81enne leccese; Barbara Cazzella, 42enne di Lecce; Salvatore Rizzo, 65 anni di Lecce; Jessica Palazzo, 43 anni di Lecce; Piergiovanni Miggiano, 72 anni di Lecce; Nicolina Pulimeno, 61enne di Corigliano d’Otranto, Andrea Mello, 49enne di Lecce.

Il pm ha inoltre chiesto l’assoluzione per gli imputati (tra cui Monosi) che rispondevano di abuso d’ufficio, poiché è stato abrogato con la legge Nordio.

E il non doversi procedere per prescrizione per gli episodi di corruzione elettorale e di occupazioni abusive. 

Nel corso di una lunga requisitoria, il pm Carducci ha ricostruito la gestione degli alloggi popolari a Lecce, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2016-2017. Ed ha sottolineato: “Questo non è un processo alla politica. Ci siamo occupati esclusivamente di quei fatti che costituiscono reato”.

Ed ha proseguito, affermando: “Viene fuori in generale un sistema clientelare diretto a controllare e gestire il consenso elettorale che favoriva determinate persone e  ne danneggiava altre; le persone che venivano favorite erano quelle più vicine al contesto amministrativo”.

Secondo l’accusa, c’era una vera e propria associazione a delinquere, di cui Attilio Monosi rivestiva il capo promotore ed ideatore a dare “veste legale” alle assegnazioni degli alloggi parcheggio di proprietà comunale. In particolare, Monosi, all’epoca dei fatti assessore al bilancio, sempre in base a quanto sostenuto dalla pubblica accusa, organizzava le illecite assegnazioni di immobili confiscati alla mafia ed assegnati al Comune di Lecce, in cambio di utilità elettorali.

Come sottolinea, il giudice Gallo nell’ordinanza di custodia cautelare risalente al mese di settembre del 2018, “vi sarebbe un sostanziale accordo di non belligeranza tra il Monosi e il Pasqualini (della compagine al governo della città) da una parte e il Torricelli dall’altra, diretto a fare in modo che ognuno potesse agire illecitamente, con il sostanziale appoggio degli esponenti della compagine politica avversa”.

Invece, la posizione dell’ex sindaco di Lecce Paolo Perrone (per una presunta assegnazione illegittima di due alloggi) venne archiviata.

Inizialmente era stata iscritta nel registro degli indagati, anche l’altro ex Sindaco Adriana Poli Bortone, ma anche in questo caso, venne disposta l’archiviazione.

Anche la posizione del senatore della Lega, Roberto Marti, venne archiviata.

L’inchiesta prese il via dalla denuncia dell’allora Direttore generale di Arca Sud, Sandra Zappatore che riferì agli inquirenti delle numerose “anomalie” nella gestione ed assegnazione degli alloggi popolari, che venivano negati agli aventi diritto in graduatoria. Inoltre, nell’inchiesta sono confluite le dichiarazioni di Piero Scatigna, l’uomo che fu pestato e minacciato di morte perché, stando alle carte dell’inchiesta, denunciò il sistema illegale di assegnazione degli appartamenti.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dai sostituti procuratori Massimiliano Carducci e Roberta Licci, è culminata nell’arresto del settembre del 2018 di politici, dirigenti e residenti del Quartiere Stadio.

Le accuse sono, a vario titolo ed in diversa misura, di associazione a delinquere, corruzione, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, falso ideologico.

Sotto la lente della Procura, sarebbero finiti una serie di atti amministrativi per favorire l’assegnazione di alloggi in cambio del voto.

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati: Umberto Leo, Giancarlo Dei Lazzaretti, Giuseppe Presicce, Viviana Labbruzzo, Tommaso Donvito, Alessandro Caprioli, Giuseppe Corleto, Riccardo Giannuzzi, Luigi Covella, Amilcare Tana, Stefano De Francesco, Ivana Quarta, Mario Rossi, Mariangela Calò, Roberto Rella, Mario Ingrosso, Benedetto Scippa, Paolo Cantelmo, Mario Ciardo, Antonio Savoia, Salvatore De Mitri, Silvio Verri, Giuseppe De Luca, Giancarlo Dei Lazzaretti, Giovanni Montagna, Luigi Corvaglia, Pantaleo Cannoletta, Francesca Conte, Andrea Sambati, Diego De Cillis, Davide Pastore, Alessandro Caprioli, Germana Greco, Francesco De Iaco, Piero Romano, Carlo Mignone, Fabio Valentini, Giuliana Vetrugno, Stefano Metrangolo.