
Chiamare scafisti i due turchi che a bordo di uno yacht hanno ‘scortato’ nel Salento 11 cittadini siriani (di cui 8 minorenni) con l’intenzione di farli scendere a Torre Vado e da lì lasciarli andare verosimilmente in Francia (questi i dati che emergerebbero da una prima indagine sugli smartphone) è quasi offensivo per la costosissima imbarcazione utilizzata e che ancora fa la sua bella apparizione nelle acque della marina al confine tra il territorio Morciano di Leuca e quello di Salve.
Altro che carrette della speranza che spesso affondano nel Mediterraneo essendo causa di veri e propri genocidi. Qui si tratta di famiglie benestanti che hanno pagato fior di quattrini per lasciare la Siria e raggiungere l’Europa a bordo addirittura di uno yacth.
Ma il reato per cui i due turchi sono stati arrestati è ugualmente quello di favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina.
A dire il vero la nave lussuosa era stata già fermata nei giorni scorsi da un Guardacoste della Sezione Operativa navale della Guardia di Finanza di Otranto che aveva scortato l’equipaggio sulla terraferma di Leuca. Tutti avevano dichiarato di essere in transito per la Tunisia: gli accertamenti sui relativi passaporti avevano evidenziato l’assenza del visto di ingresso nel territorio dello Stato e i militari avevano quindi intimato tutto il gruppo ad allontanarsi dal territorio nazionale.
Ieri, dopo una segnalazione dei cirttadini, lo yacth si è fermato al largo di Torre Vado e da lì sono stati visti scendere gli undici siriani accompagnati a terra dai due turchi, quasi si trattasse di una comitiva di 'ricconi' in visita nel Salento. Immediato l'intervento dei militari. Interrogato, alla fine, uno degli undici siriani ha ammesso di aver corrisposto la somma di tremila euro perché fosse illegalmente trasportato, al pari degli altri, in Italia.