Non c’è pace per la morte di Andrea Purgatori, l’amatissino giornalista che con le sue inchieste ha appassionato e tenuto incollati alla tv milioni di telespettatori.
Giornalista originale e di grande spessore, che con i suoi approfondimenti gettava luce su molti punti oscuri della cronaca italiana, si spegne a 70 anni per una malattia fulminante ma, a distanza di pochi giorni dalla sua morte, la diagnosi non convince.
Curato per metastasi al cervello, infatti, su un quadro clinico non chiaro, sono ora due gli indagati che dovranno rispondere dell’improvvisa scomparsa del noto giornalista e chiarirne le dinamiche.
Intanto, il mondo del giornalismo si stringe nel dolore condiviso per la perdita di una figura d’eccellenza e di un grande professionista che lascia un vuoto incolmabile. Uomo libero, per bene e di grande intelligenza, che non si assoggettava in nome di nessuno, spinto da una passione inarrestabile nei confronti di inchieste che profumavano di libri letti e di carte studiate.
Ironia della sorte la morte dell’amatissimo giornalista appare ora colma di incertezze e di punti da chiarire e, probabilmente, dovrebbe esserci proprio lui, con il suo intuito e la sua arguzia, a fare luce sulla vicenda più importante che avrebbe potuto condurre e approfondire: quella della sua vita.
Ciao Andrea
