La consulenza sul diario di De Marco conferma: era capace d’intendere e di volere quando uccise Eleonora e Daniele

Domani, nell’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola, dinanzi alla Corte d’Assise saranno ascoltati otto testimoni della pubblica accusa.

I periti depositato la consulenza sul diario di Antonio De Marco e confermano la sua capacità d’intendere e di volere quando uccise a coltellate Daniele De Santis ed Eleonora Manta, il 21 settembre scorso, nell’abitazione di via Montello. Non solo, poiché sottolineano l’esclusione di autismo o psicosi.

Gli specialisti nominati dalla Corte d’Assise, il professore Andrea Balbi ed il neuropsichiatra Massimo Marra – dopo che la difesa di De Marco ha riferito in una scorsa udienza che non erano stati analizzati tutti i suoi scritti – hanno depositato, in queste ore, il supplemento di perizia richiesto dai giudici. Come si legge nell’integrazione “si conferma pienamente quanto detto nel precedente elaborato, ovverosia, la diagnosi di disturbo narcisistico della personalità, sottotipo convert”.

I consulenti si sono soffermati soprattutto sull’esame del “quaderno giallo” (il diario), ritrovato a Lecce, nell’abitazione in affitto di via Fleming di Antonio De Marco.

Il 21enne studente di scienze infermieristiche, originario di Casarano, il 29 gennaio del 2020, diceva: “Ho deciso che se entro la fine di quest’anno non avrò una ragazza, ucciderò una persona”. E poi, nel mese di marzo, annotava in stampatello: “IO NON SARÒ MAI AMATO, MAI”. Ed il 7 agosto, De Marco affermava: “….ho comprato qualche attrezzo…voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi. Ho accettato la stessa stanza nella casa di….perché di questa ho già le chiavi e quando andrò via potrò uccidere Daniele…mi piacerebbe uccidere una donna per prima, ma penso che così sia una buona base di partenza”.

Ed ancora, in data 21 agosto: “Io voglio stare bene.. se non posso allora farò stare male anche gli altri, ho deciso che ucciderò Daniele, voglio prendermela con qualcuno, perché devo essere l’unico a soffrire? Se Dio, se il destino, se il caso non vuole che Daniele ed altre persone muoiano allora deve farmi incontrare una ragazza che voglia stare con me, altrimenti non mi fermerò mai e ucciderò sempre più persone. Ho deciso di intraprendere una vendetta, una vendetta contro Dio, il mondo e la mia vita, la vita che odio così tanto”.

I due specialisti, come detto, hanno anche analizzato la lettera scritta da De Marco ed indirizzata ad un’amica. E poi ci sono i manoscritti (28 ottobre), ritrovati in carcere nel cestino dei rifiuti, in cui De Marco annotava: “Io sarei capace di bruciare il mondo se servisse a cancellare il mio dolore”.

E nel foglio 13, De Marco scriveva: “quanto odio la mia vita, la odio. Io ho ucciso Daniele ed Eleonora perché volevo vendicarmi, perché la mia vita doveva essere così triste e quella degli altri così allegra?…”. Ed infine nel retro della pagina: “Questo omicidio è la cosa che più mi spezza: una parte di me prova dispiacere (ma solo quello), un’altra è contenta ..si. È felice di avere dato 60 coltellate, poi c’e un’altra parte che avrebbe voluto fare una strage”.

Nella conclusione della consulenza, gli psichiatri sintetizzano la sequenza che ha portato al compimento del delitto, dopo la rottura dell’equilibrio del periodo liceale.

Partendo dalla nascita di uno stimolo stressante (le relazioni degli altri, soprattuto con le ragazze). Quindi, “la ferita narcisistica” (dolore) e un “allentamento di coesione del Sè” (pianto, sensazione di estraneità). E poi, la riorganizzazione del Sè e delle funzioni dell’io (capacità d’intendere e di volere), basato sulla rabbia. E un progressivo inglobamento della rabbia che si manifesta prima come desiderio e poi come come organizzazione concreta di vendicarsi e distruggere come lucida scarica della rabbia stessa (all’inizio verso un obiettivo generico, poi, Daniele-oggetto della sua invidia e perciò identificato come il bersaglio della sua azione distruttiva). Ed infine, arriva il giorno del compimento del duplice atroce delitto della coppia.

Il processo

Nella mattinata di domani, inizierà il dibattimento del processo sul duplice omicidio di via Montello. Presso l’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola, dinanzi alla Corte d’Assise (presidente Pietro Baffa, giudice togato Francesca Mariano e giudici popolari), saranno ascoltati otto testimoni.

Sul banco degli imputati compare Antonio De Marco, il killer reo confesso dei fidanzati Daniele De Santis, il 33 leccese, promosso nelle scorse ore dall’AIA ad arbitro di serie A “alla memoria” ed Eleonora Manta, 30enne originaria di Seclì, laureata in giurisprudenza e funzionaria dell’INPS di Brindisi. Ricordiamo che, già in una scorsa udienza, i due specialisti nominati dalla Corte, al termine della prima consulenza, hanno ritenuto il 21enne di Casarano, capace di stare in giudizio e dunque di affrontare un processo. Non solo, anche capace d’intendere e di volere quando con circa 80 coltellate (come è emerso dalla consulenza del medico legale Roberto Vaglio), uccise Daniele De Santis e Eleonora Manta, il 21 settembre scorso, nell’abitazione di via Montello, intorno alle 20:45.

Su questo secondo aspetto, è arrivata la conferma dal supplemento di perizia, depositato in queste ore, sul diario di De Marco.

In questa prima udienza del dibattimento, saranno sentiti i testimoni della pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini. Anzitutto, i quattro carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, che eseguirono il sopralluogo sulla scena del delitto. Parliamo dell’appartamento in cui viveva la giovane coppia, in via Montello. E poi, verrano sentiti i vicini di casa di Elonora e Daniele che allertatarono le forze dell’ordine. Si tratta dell’uomo che udì le urla della ragazza ed un rumore di vetri infranti, mentre portava a spasso il cane. Il testimone, inoltre, notò un individuo con una felpa ed un cappuccio nero che si allontanava dalle scale. Saranno sentiti anche i due conviventi che sentirono le urla di Daniele ed Eleonora. Inoltre, uno dei due, vide dallo spioncino di casa, una figura maschile che si trascinava sulle scale ed una persona che gli si avvicinava e lo colpiva più volte. E poi c’e un altro testimone che, tra le altre cose, dopo avere sentito e visto qualcosa dallo spioncino di casa, aprì la porta e vide i due cadaveri ed il pavimento del pianerottolo ricoperto di sangue.

Antonio De Marco risponde dei reati di duplice omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e dell’aver agito con crudeltà.

La difesa del 21enne studente di scienze infermieristiche di Casarano è rappresentata dagli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario La famiglia di Daniele De Santis è difesa dagli avvocati Mario Fazzini e Renata Minafra. La mamma, lo zio e la nonna di Eleonora sono assistiti dagli avvocati Francesco Spagnolo, Stefano Miglietta, Fiorella D’Ettorre. Il papà è invece difeso dall’avvocato Luca Piri. I familiari delle vittime si sono tutti costituiti parte civile in una scorsa udienza.



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