Antonio De Marco e le ricerche sui serial killer più famosi della storia

Durante l’interrogatorio ha negato di aver visto film o letto libri che possano averlo “ispirato” a pianificare l’omicidio, ma sul pc e sul cellulare sono state trovate diverse ricerche sui serial killer

Durante l’interrogatorio in cui Antonio De Marco ha confermato di aver ucciso Daniele De Santis e Eleonora Manta, il giudice per le indagini preliminari Michele Toriello, nel tentativo di capire il movente che aveva spinto lo studente di scienze infermieristiche a progettare meticolosamente l’omicidio – da quando aveva fatto la copia delle chiavi dell’appartamento di via Montello a quando aveva scritto il suo piano dell’orrore sui bigliettini ritrovati sulla scena del crimine – fa una domanda precisa: «C’è qualcosa che ti ha ispirato? Hai sentito una storia in televisione?». Ma De Marco è vago, risponde che non sa, che forse è stato un mix di tante cose.

Libri, film, fumetti che possano aver fatto da sfondo al delitto, che possano aver influenzato lo studente a passare dal pensiero di fare del male a farlo davvero. Un punto su cui il Gip torna ancora durante l’interrogatorio. Per risolvere il mistero della scritta sul muro che il 21enne voleva lasciare dopo aver tolto la vita all’arbitro e alla sua fidanzata, chiede se ha visto Seven, il film con Brad Pitt, Morgan Freeman, Gwyneth Paltrow e Kevin Spacey nei panni di un serial killer John Doe che torturava e uccideva le sue vittime, scelte in base ai loro peccati capitali. Ma anche in questo casi il 21enne ha risposto a monosillabi.

Ma dall’analisi del cellulare sequestrato dai Carabinieri qualcosa c’è. Una nota su David Richard Berkowitz, noto killer degli anni 70. Probabilmente un copia/incolla di notizie sul figlio di Sam, come è stato soprannominato da quando su una scena del crimine è stata ritrovata una lettera scritta in modo sgrammaticato, indirizzata al Capitano Joe Borelli e su altri spietati assassini. Leggendo il testo, spunta il nome di Antoni Imiela, Timothy Spencer, Ted Boundy o di altri killer, tutti accompagnati dal motivo per cui erano diventati mostri, quasi sempre l’odio verso le donne e la solitudine. Accanto a Princeton Jr si legge: «Non si capisce bene perché lo fa, forse sfogo sessuale e rabbia, voleva essere un serial killer».

Il documento, creato il primo aprile è stato modificato per l’ultima volta il 15 dello stesso mese.

Le ricerche su Google

C’è anche uno screenshot di Nato per uccidere, la serie televisiva che si addentra nella cronaca più oscura per portare alla luce alcuni dei più efferati serial killer mai esistiti e i loro modi di uccidere. «Quanto può essere malvagio un essere umano?» Si legge nella scheda di presentazione del programma. È il 14 luglio.

Gli episodi a cui fa riferimento sono il 13° e il 23° della seconda stagione. Non solo, alla serie sono legate anche delle ricerche su Google, tra cu il video «L’incubo degli amanti – Il figlio di Sam» visto il primo aprile e un sito-web dove è possibile recuperare tutte le informazioni sui maggiori serial killer della storia come Anthony Hardy, lo squartatore di Camden, Albert De Salvo, lo strangolatore di Boston Richard Chase, il vampiro di Sacramento. Informazioni raccolte e riportate da De Marco in una nota.

Secondo gli inquirenti, anche il 21enne ha il profilo di un serial killer. E lui stesso ha più volte detto che non si sarebbe fermato dopo aver tolto la vita a Eleonora e Daniele solo perché erano felici. “Ucciderò sempre più persone” si legge nel diario in cui accenna alle sue possibili prede: uomini innamorati, che sono riusciti a  conquistare una ragazza, un’impresa in cui lui ha fallito.



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