Le telecamere incastrano gli autori dell’agguato di Copertino. Tre finiscono in Carcere, uno è irreperibile

I tre sono accusati di tentato omicidio in concorso, lesioni personali aggravate e detenzione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo. L’arresto a opera dei Carabinieri di Leverano e Carmiano.

Sono arrivato a bordo di una Bmw di colore scuro, sono scesi in tutta fretta e si sono precipitati all’interno dell’abitazione di Paolo Panzanaro, 46enne di Veglie. Un casale in una zona isolata, nelle campagne di Copertino, dove l’uomo – volto già noto alle forze dell’ordine – vive con la famiglia. Non è ancora chiaro se avessero davvero intenzione di ucciderlo, di certo ora dovranno rispondere anche di tentato omicidio.

Già, perché i componenti della banda che ieri ha realizzato la spedizione punitiva non sono rimasti a lungo senza un nome. Hanno commesso l’errore di agire a volto scoperto, forse perché non avevano fatto i conti con le telecamere di videosorveglianza presenti nell’abitazione della vittima che hanno ripreso l’intera scena, permettendo agli uomini in divisa di chiudere il cerchio in meno di 24 ore.

A finire in manette sono stati Bruno Guida, 42enne di Leverano, Peppino Vadacca, 44enne di Carmiano e Matteo Niccoli, 22enne anche lui di Carmiano arrestati, in flagranza di reato. All’appello manca il quarto uomo, al momento, irreperibile.

L’agguato

Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 11.00 quando i quattro si sono presentati all’interno dell’abitazione di Panzanaro, situata in contrada Olmo, a Copertino. Il 46enne conosceva solo uno di loro, con cui pare abbia avuto dissidi in passato. Comunque sia non avevano buone intenzioni.

Forse hanno discusso, gli animi si sono surriscaldati fino a quando la situazione non è degenerata in colluttazione. Ad un certo punto, uno degli aggressori ha estratto una pistola di piccolo calibro (forse una calibro 7,65) che nascondeva nei pantaloni e ha aperto il fuoco contro il proprietario di casa che, miracolosamente, è riuscito a salvarsi. Due, in totale, i colpi esplosi. Fortunatamente andati a vuoto. Durante il sopralluogo, infatti, i militari hanno trovato due bossoli e un proiettile inesploso. Forse l’arma si è inceppata o semplicemente si è trattato di un “malfunzionamento”.

Non è finita. La vittima, infatti, è stata colpita al volto con il calcio della pistola, rimediando un trauma al setto nasale, giudicato guaribile in 5 giorni di prognosi. Anche il figlio dell’uomo ha rimediato un cazzotto per difendere il papà.

Gli aggressori, come detto, hanno agito a volto scoperto forse non sapendo che all’interno dell’abitazione teatro dell’aggressione erano installate le telecamere di video-sorveglianza che hanno messo i carabinieri sulla strada giusta. In pochissimo tempo gli uomini della tenenza di Copertino, guidati dal luogotenente Salvatore Giannuzzi e dei colleghi della stazione di Carmiano capitanati da Gabriele Luperto hanno dato un nome a quei volti immortalati dalle telecamere.

I tre ora dovranno rispondere di tentato omicidio in concorso, lesioni personali aggravate, detenzione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo. Per loro si sono aperte le porte del Carcere di Lecce. L’ultimo componente della banda, al momento irreperibile, avrebbe le ore contate.

Le immagini

I militari della tenenza di Copertino hanno raggiunto l’abitazione nel giro di pochi minuti insieme ad una pattuglia della stazione di Leverano che si trovava in zona. La prima cosa che hanno fatto è stata quella di acquisire il dvd con i filmati delle telecamere. Le immagini non molto nitide, ma hanno permesso comunque di raccogliere diversi indizi. Tutti i pezzi del puzzle hanno consentito di fare chiarezza su quanto accaduto ed aprire scenari sul possibile movente del tentato omicidio che sembrerebbe ruotare attorno al mondo degli stupefacenti.

Il primo ad essere individuato dagli investigatori è stato Guida, volto già conosciuto alle forze dell’ordine. Quando gli uomini in divisa hanno bussato alla porta della sua abitazione lo hanno trovato con gli stessi indumenti indossati durante l’agguato.

Nel frattempo, i militari hanno cercato di scoprire le generalità degli altri componenti del commando armato. Identità confermate da altri particolari (uno è stato riconosciuto da un vistoso tatuaggio all’avambraccio sinistro).

I sospetti sono diventati certezze quando Panzanaro, il figlio e la moglie hanno riconosciuto gli aggressori. Vadacca (incensurato) e Niccoli (volto già noto) sono stati trovati nella tarda serata di ieri. I carabinieri li hanno rintracciati nei luoghi che frequentano di solito.

A sostegno del castello accusatorio, stamattina all’alba, è stata rinvenuta anche la BMW utilizzata per l’aggressione, nella disponibilità di uno degli arrestati.

Tutti e tre, come detto, sono stati accompagnati presso la Casa Circondariale di Lecce a disposizione del PM – Dott.ssa Consolata Moschettini.

Sono tuttora in corso le ricerche del quarto elemento della banda.

La soddisfazione del Comandante Provinciale

A tutti i militari che hanno operato ed ai loro comandanti è arrivato stamane il plauso del Comandante Provinciale dei carabinieri di Lecce, il colonnello Giampaolo Zanchi, che si è complimentate con loro per la brillante operazione di servizio condotta, la sagacia investigativa evidenziata, la professionalità e rapidità di intervento con cui l’Arma ha contribuito a ripristinare efficacemente la sicurezza di quell’area.



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