Usura, estorsione continuata, violazione di domicilio aggravato e danneggiamento aggravato di abitazione e autovettura. Sono ueste le accuse contestate a Luigi Minghetti, classe 1959. Il 61enne si è ritrovato faccia a faccia con i Carabinieri della stazione di Salve che hanno bussato alla porta della sua abitazione stringendo tra le mani un ordine di custodia cautelare in carcere, emesso dal Gip Simona Panzera. Per l’uomo, una volta concluse le formalità di rito, si sono aperte le porte di Borgo San Nicola.
Le indagini dei Carabinieri
Per capire bisogna fare un passo indietro e ‘ripercorrere’ le accurate e articolate indagini dei militari durate da febbraio 2019 a ottobre dello stesso anno. Tutto è cominciato quando gli uomini in divisa della stazione di Salve, insieme ai colleghi del Norm della Compagnia di Tricase hanno effettuato un sopralluogo per cercare di fare chiarezza su un incendio che aveva danneggiato una abitazione di un imprenditore. Era il 19 febbraio 2019. Il primo aprile la stessa abitazione dove erano divampate le fiamme era stata presa ancora di mira, vandalizzata. Qualche elemento in più era emerso dalla denuncia della parte offesa. Nel racconto dell’imprenditore, incensurato, infatti, era emersa la verità nascosta dietro quegli episodi: la vittima aveva un debito di 3mila euro nei confronti del 61enne a cui si era rivolto essendo in difficoltà economiche. E la paternità di quei danneggiamenti – il cui movente è da ricercare nella mancata corresponsione del capitale sottoposto a tasso d’interesse del 190,3% – era senza ombra di dubbio da attribuire a Minghetti perché durante un sopralluogo scientifico gli uomini dell’Arma avevano trovato delle impronte papillari. Tracce lasciate sui vetri e sugli infissi della abitazione presa di mira e distrutti per lanciare un segnale chiaro al padrone di case. Oltre al ‘messaggio’ recapitato al diretto interessato i segni hanno condotto i militari al 61enne, finito in manette. La conferma è arrivata dalla comparazione a cura del S.i.s. del nucleo investigativo del r.o. di bari.
La prova della sua attività di usuraio
«Usura». Il sospetto è diventato qualcosa in più quando gli uomini in divisa, durante una perquisizione locale (effettuata a marzo 2019) sono stati trovati dei documenti. Il resto è venuto alla luce durante gli approfondimenti investigativi, svolti in collaborazione con la Guardia di Finanza del Comando provinciale di Lecce, coordinati e diretti dalla dott.ssa Francesca Miglietta.
Non è finita. Quando i Carabinieri si sono presentati per l’esecuzione dell’ordine di Carcerazione è stato sequestrato un paio di scarpe usato dall’uomo nell’ultimo atto vandalico di danneggiamento a scopo intimidatorio. Questa volta se l’è presa con l’auto della madre parte offesa (come dimostrano i filmati videosorveglianza acquisiti nelle indagini).
Arrestato, al termine del fotosegnalamento nella compagnia carabinieri di Tricase, è stato accompagnato presso la casa circondariale di Lecce.