Detenzione e spaccio di stupefacenti, sei arresti dei Carabinieri di Brindisi. Nel mirino anche la provincia di Lecce

L’operazione svolta alle prime luci dell’alba e si è svolta oltre che a Brindisi nella frazione di Tuturano e a Torchiarolo anche a Galatone.

Alle prime luci dell’alba della mattinata di oggi, a Brindisi, nella frazione di Tuturano, a Torchiarolo  e a Galatone , i Carabinieri della Compagnia locale, con la collaborazione nella fase esecutiva dal personale del Comando Provinciale di Brindisi, oltre che da un elicottero del 6° Elinucleo di Bari, dal Nucleo Cinofili di Modugno e dai Carabinieri del neo costituito Squadrone “Cacciatori” del Gargano, hanno dato  esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura della Repubblica – nei confronti di sei persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante specifica di averne commercializzato ingenti quantità.

L’avvio delle indagini

L’incipit dell’attività è scaturito da una perquisizione effettuata dai Carabinieri della Stazione di Torchiarolo alla fine di dicembre dello scorso anno, all’interno dell’officina e dell’abitazione di uno degli indagati. L’atto di polizia giudiziaria ha fatto  emergere un elemento importante, posto che le unità cinofile hanno rilevato la pregressa presenza di stupefacente in una cassettiera della scrivania.

L’indagine, condotta da gennaio a settembre 2018, non fa altro che confermare che il traffico di droga, soprattutto marijuana, proveniente dall’Albania sulla rotta delle sigarette di contrabbando, è il core business della criminalità brindisina, come emerge anche nella relazione che il Ministro dell’Interno il 18 luglio scorso ha presentato al Parlamento con riferimento al secondo semestre 2017.

La dimostrazione più eloquente è rappresentata dal sequestro di 250 kg di marijuana nei tubolari di un gommone, con il singolare sistema di occultare lo stupefacente in quelle cavità, stratagemma poi replicato in altri sbarchi successivi.

Il lessico in codice degli indagati

Gli indagati, nei colloqui intercorsi tra di loro, oltre a utilizzare telefoni dedicati, si esprimevano con una loro terminologia convenzionale. L’approvvigionamento di  un chilo di cocaina veniva denominato “un pollo intero”, “…se puoi, portarmi un pollo intero ti do un acconto…”, mentre per  richiedere le dosi di cocaina la locuzione utilizzata era “il motore 350 mi serve, ti faccio uno squillo appena parto”.

Il Giudice per le Indagini preliminari ha potuto così  rilevare la gravità complessiva dei fatti addebitati agli indagati per l’emissione dei provvedimenti, ovvero la cessione quotidiana e sistematica di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana. Altro importante elemento è rappresentato dall’entità dei proventi ricavati alquanto rilevante, nonché i consolidati contatti di alcuni degli indagati oltre Adriatico con le organizzazioni criminali che si dedicano all’attività illecita nel Paese delle Aquile.



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