
Era il 9 febbraio quando una lite terminò nel sangue. Durante il battibecco, scoppiato per motivi di gelosia, spuntò un coltello da cucina che costò una corsa all’Ospedale di Scorrano per un 54enne di Galatina, ferito all’addome e salvo per poco e una denuncia a piede libero per il compaesano 46enne che aveva impugnato e usato l’arma bianca con l’intenzione di uccidere, come scritto nero su bianco nel provvedimento a firma del giudice per le indagini preliminari, Silvia Saracino che ha fatto scattare l’arresto con l’accusa di tentato omicidio aggravato e porto abusivo di armi.
Nelle scorse ore, infatti, i Carabinieri della stazione locale hanno bussato alla porta dell’abitazione dell’uomo – classe 1977 – stringendo tra le mani un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Lecce. Un provvedimento scritto una volta concluse le indagini e raccolte tutte le prove necessarie per ricostruire l’accaduto.
La lite
Secondo quanto accertato, tra i due uomini sarebbe scoppiata una lite che, parola dopo parola, è diventata sempre più animata. A un certo punto, il 46enne avrebbe impugnato il coltello da cucina, con cui avrebbe ferito il ‘rivale’ in amore con l’intenzione di ammazzarlo. Lo dimostrerebbe, secondo il Gip, il fatto di aver colpito il 54enne anche quando era a terra, inginocchiato dopo una caduta. Aveva perso l’equilibrio, nel tentativo di disarmare l’uomo che lo stava aggredendo e da cui si era recato per un chiarimento.
Già, perché tutto è cominciato da una chiamata da un numero conosciuto. Era quello della donna con cui aveva una relazione da circa due settimane. Dall’altra parte del telefono però non c’era lei, ma il compagno. «Vieni che ti scanno», avrebbe detto il 46enne, invitando il rivale a casa sua per un faccia a faccia. E l’uomo ci era andato, a piedi, forse convinto che le parole sarebbero bastate. Non è stato così, come scritto nell’ordinanza, il compagno geloso avrebbe aperto la porta stringendo tra le mani un coltello, di quelli usati per tagliare la carne, con una lama di 14 centimetri ben affilata.
A quel punto, il 54enne ha cercato di difendersi, provando a togliere dalle mani dell’uomo quell’arma recuperata in cucina. Per farlo si è ferito alle mane, ma non sarebbero state le uniche lesioni rimediate: una volta caduto a terra è stato colpito al fianco destro, per due volte. Una, in particolare, poteva essergli fatale.
Una sequenza immortalata dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, installate nella zona, che hanno catturato la lite e l’allontanamento. Il 54enne, infatti, ha avuto la forza di andar via, mentre il suo rivale in amore continuava a gridare «ti scanno», gesticolando.
“A caldo”, come si suol dire, non ha sentito nulla, ma una volta raggiunta la sua abitazione, si è accasciato a terra, privo di sensi. Ha avuto solo il tempo di chiedere aiuto, citofonando con insistenza a casa del cognato. «Sto morendo», avrebbe detto. Scattato l’allarme, l’uomo – che aveva perso molto sangue – è stato accompagnato all’Ospedale di Scorrano e ricoverato per le cure del caso. Le sue condizioni non erano tali da far temere per la sua vita.
Il 46enne, ascoltato dopo i fatti, aveva raccontato di essersi soltanto difeso. Una versione che non sarebbe confermata dai fatti. Accecato dalla gelosia, dopo aver scoperto la relazione della compagna da alcuni messaggi, l’uomo avrebbe ‘sfogato’ la sua rabbia contro il rivale, pugnalandolo due volte e lasciandolo in strada, senza premurarsi di soccorrerlo. Dopo l’aggressione – si legge nell’ordinanza – è rientrato in casa, “soddisfatto” per quanto accaduto, come dimostra la frase pronunciata alla compagna, ricoperta di offese: «tanto gli ho dato due coltellate».
Denunciato a piede libero perché mancava la flagranza, ora per l’uomo si sono aperte le porte della casa circondariale di Lecce, dopo un mese e mezzo dalla sanguinosa lite.
Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la compiuta responsabilità degli indagati sarà accertata solo con eventuale sentenza irrevocabile di condanna.