“Minacciano” l’agenzia funebre concorrente, ma i testimoni raccontano un’altra verità: assolti padre e figlio

Assolti i proprietari di un’agenzia funebre di Muro Leccese accusati di essere stati ‘sleali’ nei confronti di una ditta concorrente. Il processo ha dimostrato una verità diversa da quella presentata nella denuncia.

Hanno messo nero su bianco l’ostilità che sono stati costretti a subire per anni: minacce estorsive e anche il tentativo di speronamento dell’ambulanza di loro proprietà che stava accompagnando una donna invalida all’Ospedale di Scorrano. Una vera e propria “guerra” messa in scena da un’agenzia funebre concorrente.  Ma durante il processo, nato da quegli episodi, è emersa un’altra verità rispetto a quella raccontata nella denuncia. Tant’è che i due imputati – Luigi Verardi, 64enne e il figlio Marco, 29enne di Muro Leccese, difesi dall’avvocato Giuseppe Milli – sono stati assolti dall’accusa di tentata estorsione aggravata nei confronti dei soci della ditta “avversaria” che si erano costituiti parte civile con l’avvocato Giuliano Fina.

La sentenza, emessa dai giudici della prima sezione penale (Presidente Gabriele Perna, a latere Francesca Mariano e Bianca Todaro) mette fine ad una storia che dura da tempo. E probabilmente, come annunciato dal legale, aprirà nuovi capitoli.

Racconto smontato dai testimoni

Oltre alla produzione di numerosi documenti presso gli uffici comunali e della Regione Puglia da parte del difensore degli imputati, per ‘smontare’ il castello di accuse, pezzo per pezzo, è stato fondamentale il racconto di alcuni testimoni, compresi i stessi soci dell’agenzia funebre (parenti tra loro) che avevano puntato il dito contro i concorrenti. Le loro parole, spesso contraddittorie tra loro, sono state smentite dai documenti prodotti dalla Difesa.

Non solo. Determinante è stata anche la testimonianza di un appartenente al corpo di Polizia locale del comune di Muro Leccese che ha riferito circostanze tanto significative in favore degli imputati da rendere inverosimili la narrazione dei fatti proposta in aula legale rappresentante dell’agenzia funebre. Fatti che poi hanno completamente capovolto l’attendibilità dell’intero impianto accusatorio.

Altrettanto fondamentale è stata la testimonianza del comandante dei Carabinieri della stazione di Muro Leccese che ha smentito di aver ricevuto chiamate di intervento da parte dei soci in occasione di un episodio di speronamento della loro ambulanza. Anche questo fatto è stato riferito in maniera confusa e contraddittoria da tutti i testi dell’accusa.

Soddisfatto dall’esito processuale l’avvocato Milli che ha sottolineato le “sofferenze” patite dai suoi assistiti, i due Verardi.



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