Pugni e tirate per i capelli anche durante la gravidanza della moglie? Assoluzione per un 54enne

Non solo, gli veniva contestato di aver cercato di costringerla, in più occasioni,  a subire rapporti sessuali. Tutte le accuse sono cadute al termine del processo.

Termina con l’assoluzione, il processo a carico di un 54enne di Scorrano accusato di avere picchiato la moglie, anche incinta, per quasi 30 anni. Non solo, gli veniva contestato di aver cercato di costringerla, in più occasioni,  a subire rapporti sessuali. Nelle scorse ore, i giudici della prima sezione collegiale (presidente Maddalena Torelli) hanno assolto l’imputato, con la formula “perché il fatto non sussiste” dai reati di maltrattamenti in famiglia e tentata violenza sessuale, come richiesto dai suoi difensori, gli avvocati Luigi Corvaglia e Maria Addolorata Bono.

La pubblica accusa aveva invocato la condanna a 3 anni di reclusione, ma solo per il reato di maltrattamenti. Le motivazioni della sentenza si conosceranno entro i prossimi 90 giorni.

La donna si era costituita parte civile.

I fatti si sarebbero verificati a partire dal lontano 1996, sia durante la convivenza che dopo (la moglie si allontanò da casa con i figli). Come denunciato dalla donna presso i carabinieri, il marito, in più occasioni, l’avrebbe umiliata e minacciata di morte. E poi, secondo l’accusa, la colpiva con i pugni sulle braccia (la moglie rimediava una serie di ematomi), e la tirava per i capelli, anche in presenza dei figli e quando la donna era in stato di gravidanza. E una volta le avrebbe messo un cuscino sul volto fino a farle mancare il respiro. Infine, l’uomo avrebbe costretta a rapporti sessuali non dovuti.

Le accuse, come detto, sono cadute al termine del processo.



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