
Nella prima fase del processo d'appello, che si è aperta ieri mattina, i giudici hanno ribadito il loro no alla perizia per Giovanni Vantaggiato, l'autore della strage davanti alla scuola Morvillo-Falcone che è costata la vita alla sedicenne Melissa Bassi
La Corte d'Assise d'appello di Lecce ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica presentata dalla difesa di Giovanni Vantaggiato. Relativamente all'imputabilità la corte "condivide l'itinerario tracciato dal primo giudice" che porta a ritenere che l'imputato,condannato all'ergastolo in primo grado per la strage avvenuta davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi in cui morì Melissa Bassi, avesse "piena capacità di intendere e volere", era lucido.
Si è aperto così, con il rigetto della richiesta della difesa da parte dei giudici della Corte d’Assise d’appello di Lecce (presidente Rodolfo Boselli), il processo per la strage di Brindisi. Un processo su cui pendeva il rischio di rinvio per l’astensione proclamata dagli avvocati salentini. E’ stato lo stesso Vantaggiato, presente oggi nell’aula bunker di Borgo San Nicola, a chiedere (nel pieno dei suoi diritti poiché detenuto) che fosse celebrato. In aula erano presenti anche i genitori di Melissa, Rita e Massimo Bassi, che hanno accolto positivamente il rigetto della perizia.
La stessa accusa, rappresentata dal procuratore generale Antonio Maruccia, ha chiesto il rigetto della richiesta di perizia psichiatrica formulata nell'atto d'appello dal difensore Franco Orlando, per accertare la capacità di intendere e volere al momento della strage, e quindi l'imputabilità di Vantaggiato. Il pg ha parlato di un attentato “lucidamente pensato e realizzato”, definendolo “il fatto più grave della storia criminale salentina”.
La sentenza prevista il 23 giugno.