Dopo l’autopsia, è il giorno del dolore a Novoli. L’ultimo saluto a Donatella

Sei coltellate, di cui due, quelle alla gola, risultate fatali. È il risultato dell’autopsia sul corpo di Donatella Miccoli. ora a Novoli in attesa dell’ultimo saluto

Ha cercato di difendersi Donatella Miccoli, di salvarsi dalla violenza del marito Matteo Verdesca che, dopo averla colpita con un coltello da cucina sei volte, si è tolto la vita, dandosi fuoco. È la prima indiscrezione trapelata dopo l’autopsia eseguita dal medico legale Roberto Vaglio, incaricato dal Pubblico Ministero Giorgia Villa di ricostruire gli ultimi minuti di vita della mamma di Novoli, di capire che cosa è accaduto nell’abitazione che si affaccia su via Veglie prima dell’omicidio.

La donna avrebbe tentato di fermare il compagno che amava, ma non ce l’ha fatta. Almeno due le coltellate fatali, quelle alla gola. Le altre al torace e sul busto.

Al termine dell’esame, il corpo è stato riconsegnato alla famiglia per l’ultimo saluto. I funerali sono fissati per le 17.00 nella chiesa madre dedicata a Sant’Andrea Apostolo, scelta per contenere la gente che vorrà dare l’ultimo saluto a Donatella e alleviare con un abbraccio il dolore di papà Floriano, ex carabiniere in pensione, di mamma Ornella, della sorella e del cognato. A celebrarlo sarà monsignor Michele Seccia.

Nell’obitorio dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, il dottor Vaglio ha eseguito anche l’esame necroscopico sui resti carbonizzati di Matteo Verdesca. La Procura ha richiesto l’esame del Dna per confermare, in maniera incontrovertibile, che il corpo ritrovato nell’utilitaria data alle fiamme nelle campagne di Novoli sia quello del 38enne. Un’identificazione necessaria per escludere altre ipotesi.

I funerali, per lui, sono stati fissati alla stessa ora (le 17.00) nella chiesa della Madonna di Lourdes, a Veglie, dove vive la sua famiglia.

Una volta completato il quadro, il fascicolo per omicidio volontario – aperto per consentire tutti gli approfondimenti del caso – potrebbe essere archiviato, come si dice in gergo, per la morte del reo.



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