Marianna Greco ha cercato di difendersi? Nessun riscontro dall’autopsia

Si è conclusa l’autopsia sul corpo di Marianna Greco, trovata senza vita nella sua abitazione di Novoli. I medici legali Roberto Vaglio e Francesco Introna

Il cimitero di Novoli è rimasto chiuso per permettere ai consulenti nominati dalla Procura di effettuare l’autopsia sul corpo di Marianna Greco, la 37enne trovata senza vita nel letto della sua abitazione, la mattina del 30 novembre del 2016. Era toccato alla mamma fare la tragica scoperta: notare sul collo della figlia i segni delle coltellate. Quattro tagli che non le hanno lasciato scampo.

L’esame – voluto per cercare di chiarire i tanti dubbi sollevati dalla famiglia che non ha mai creduto alla tesi del suicidio – è stato eseguito dai medici legali Roberto Vaglio e Francesco Introna, che hanno ricevuto l’incarico questa mattina. Secondo quanto trapelato, durante le oltre quattro ore dell’autopsia, è stato rinvenuto del materiale sotto le unghie di Marianna. Non solo, sono stati acquisiti anche altri reperti (ad esempio, campioni di pelle e di tessuto) che sono stati stati inviati ai Ris di Roma, a cui spettera’ il compito di analizzarli. Ad ogni modo, dai primi accertamenti autoptici, non sarebbero emersi “segni di difesa“, compatibili con una colluttazione.

Ricordiamo che i Legali della famiglia di Marianna, nei mesi scorsi, avevano depositato una dettagliata memoria difensiva, corredata da una serie di consulenze tecniche. In particolare, il medico legale Giuseppe Fortuni aveva evidenziato alcuni aspetti da approfondire, con ulteriori accertamenti investigativi.  I segni sul corpo di Marianna (un’unghia spezzata e tre tagli su tre dita della mano destra ritenuti compatibili con ferite da difesa, come se avesse lottato per sopravvivere) e la posizione del corpo, coperto con un lenzuolo bianco e adagiato in diagonale sul letto matrimoniale.

Indagato il marito

La svolta è arrivata nei giorni scorsi, quando il Pubblico Ministero Stefania Minnini, titolare del fascicolo, ha iscritto registro degli indagati il marito della donna, Emanuele Montinaro, imprenditore 43enne di Campi Salentina, difeso dagli avvocati Antonio Tommaso De Mauro e Luigi Rella. Un atto dovuto, come scrive lo stesso pm, per permettere all’uomo – che ha continuato ad urlare la sua innocenza anche nell’ultimo interrogatorio – di nominare un suo consulente. A partecipare agli accertamenti tecnici è stato Antonio Oliva dell’Università Cattolica.

La famiglia di Marianna, invece, si è affidata ad Adriano Tagliabracci e Antonella Agro.

I medici ora avranno 90 giorni, salvo proroghe, per depositare l’esito della consulenza, nella speranza che l’autopsia possa fare luce sulla tragedia e chiarire se la 37enne, laureata in Scienze politiche e titolare di una tabaccheria a Lecce, abbia davvero deciso di farla finita scegliendo di morire in un modo atroce. Solo così i genitori Francesco e Maria Luisa e la sorella gemella Giovanna, certi che non si sia tolta la vita, potranno aggiungere un altro tassello alla loro ricerca della verità.

 



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