Minacce di morte, calci e pugni alla moglie. Avvocato condannato a 2 anni per maltrattamenti

Nel mese di agosto di due anni fa, l’uomo è stato raggiunto da un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

Arriva la condanna per un avvocato accusato di una lunga serie di vessazioni nei confronti della moglie. La sentenza di condanna a 2 anni (pena sospesa) è stata emessa dal giudice monocratico Bianca Todaro. Il tribunale ha disposto anche il risarcimento del danno in separata sede in favore della vittima, che si era costituita parte civile, nella prima udienza del processo.

Nella scorsa udienza, il vpo Maria Ligorio ha invocato la pena di 2 anni e 2 mesi, al termine della requisitoria. I legali Luigi e Roberto Rella, che assistono l’avvocato finito sotto processo, hanno chiesto l’assoluzione ritenendo inattendibili le dichiarazioni della presunta vittima. La difesa, una volta depositate le motivazioni della sentenza, presenterà ricorso in Appello.

L’avvocato, un 64enne di un paese del Sud Salento, rispondeva dell’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. La presunta vittima si è costituita parte civile, nella prima udienza del processo.

Ricordiamo che nell’ottobre del 2018, il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci ha chiesto ed ottenuto dal gip Edoardo D’Ambrosio, il decreto di giudizio immediato nei confronti dell’avvocato 60enne, molto stimato e conosciuto in paese.

Nel mese di agosto di due anni fa, l’uomo è stato raggiunto da un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. E nel corso dell’interrogatorio dinanzi al gip Simona Panzera, ha risposto alle domande del giudice, respingendo ogni addebito.

Le indagini sono scattate a seguito della denuncia presentata dalla presunta vittima, presso i carabinieri della locale stazione. La donna, in seguito alle presunte angherie subite, è andata a vivere presso i propri genitori.

In base a quanto emerso in fase d’indagine, l’avvocato sposato con figli, avrebbe esercitato una serie di soprusi nei confronti della coniuge, dal 2010 e fino a maggio del 2018. Si parla di aggressioni fisiche con calci, schiaffi, graffi, spintoni, ma anche di lanci di oggetti e perfino di minacce di morte.
E in un’occasione, secondo la Procura, l’uomo le provocava lesioni guaribili in cinque giorni. E poi, vengono contestate svariate frasi umilianti del tipo: “Sei solo una serva”. Non solo, gli insulti venivano estesi anche ai suoi familiari, definiti: “ladri, infami e maledetti”.



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