Cadavere trovato in casa a Corigliano. L’esame del Dna scioglie ogni dubbio

Si tratta dell’83enne, Antonio Caracciolo. Gli inquirenti sospettano che il figlio possa aver nascosto la morte del padre per riscuotere la pensione.

Sciolti i residui dubbi sull’identità dell’uomo, il cui corpo in avanzato stato di decomposizione è stato ritrovato, il 15 marzo scorso, in un’abitazione a Corigliano d’Otranto. Dall’esame del Dna è emerso che si tratta dell’83enne, Antonio Caracciolo. Nelle scorse ore, la specialista in genetica Giacoma Mongelli, ha depositato gli esiti della consulenza.

Nel mese di maggio, erano stati effettuati i prelievi sui resti ossei, per far luce sul giallo di Corigliano d’Otranto. E in seguito si è proceduto con l’estrazione e la comparazione del profilo genetico. Gli accertamenti disposti dal pm Luigi Mastroniani hanno, come detto, confermato l’identità dell’uomo.

Va detto che, nei mesi scorsi, Luigi Roberto Caracciolo, 55enne di Corigliano d’Otranto, figlio dell’83enne Antonio, era stato iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di omicidio, ma solo per permettere di effettuare tutti gli approfondimenti del caso. Inoltre, risponde, sempre a piede libero, di occultamento di cadavere.

L’indagato, assistito dall’avvocato Fabrizio Ruggeri, aveva nominato, quale consulente di parte, in vista dell’esame del Dna, il genetista Tommaso Suppa.

E adesso, alla luce dell’esito dell’esame del Dna, si attendono risposte dagli accertamenti sulle ossa, affidati al medico legale Alberto Tortorella, per cercare di risalire alle cause della morte e al periodo del decesso dell’83enne. Anche se non sembrerebbero esserci segni di violenza.

Ed intanto, prosegue la perizia informatica per analizzare i dati contenuti nei telefonini sequestrati, alla ricerca di elementi utili alle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Maglie. Le operazioni peritali sono affidate all’ingegnere Tania De Benedittis.

Il sospetto degli inquirenti è che Luigi Roberto Caracciolo, figlio dell’83enne, possa avere nascosto la morte del padre, per oltre un anno, per continuare a riscuotere la pensione. E due carte Postamat sono state poste sotto sequestro e verranno esaminati tutti i prelievi. Ed infatti si configura anche l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato.

Nei mesi scorsi, invece, si è svolto l’interrogatorio fiume di Luigi Roberto Caracciolo. L’indagato ha risposto alle domande del pm ed avrebbe riferito che il padre Antonio è ancora vivo e che si trova in Svizzera. Una ricostruzione ritenuta inattendibile dagli inquirenti, anche alla luce dell’esame del Dna.

Il 14 marzo scorso, i carabinieri della locale stazione si sono presentati in casa di Luigi Roberto Caracciolo a Corigliano d’Otranto, con un decreto di perquisizione. Successivamente, l’uomo è stato accompagnato a casa di suo padre, in via San Leonardo, per aprire la porta. Ed è stato rinvenuto un cadavere in stato di decomposizione. Era avvolto in alcune coperte e adagiato su una brandina con accanto un ventilatore acceso.