È ai domiciliari, ma organizza una festa e si fotografa con gli amici: 20enne torna in Carcere

Ottiene i domiciliari, ma non rispetta il divieto di non intrattenere rapporti con persone diverse dai conviventi. Organizza persino una festa con gli amici.

Per Teodoro Vitale, 20enne domiciliato a Surbo, si sono riaperte le porte del Carcere di Lecce. Di nuovo. Era finito in manette insieme al cugino, dopo un blitz dei carabinieri che aveva permesso di ‘scoprire’ cosa accadeva in quelle vecchie Masserie in contrada ‘Verrazze’, trasformate in un fortino della droga. Il via vai di persone, quantomeno insolito per una zona di campagna, aveva insospettito gli uomini in divisa che, ottenuto il via libera dal Pubblico Ministero, avevano ‘organizzato’ una vasta operazione di polizia. Era il 12 aprile scorso. Scoperti gli affari e la fiorente attività di spaccio che “legava” i due consanguinei, per loro erano scattate le manette.

Dopo un periodo trascorso a Borgo San Nicola, al 20enne sono stati concessi gli arresti domiciliari, con divieto assoluto di mantenere rapporti con persone diverse dai conviventi, anche per via telefonica o telematica. Doveva scontarli nella sua abitazione di Surbo, dove questa mattina si sono presentati i Carabinieri della locale stazione, stringendo tra le mani un ordine di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emesso dal Gip del Tribunale di Lecce, Carlo Cazzella.

Perché l’aggravamento?  Perché i controlli dei Carabinieri sono continuati anche quando Teodoro Vitale ha lasciato la Casa Circondariale. Controlli che hanno permesso di scoprire come il 20enne fosse troppo ‘socievole’, in barba ai divieti che gli erano stati imposti. I militari, infatti, hanno portato alla luce una fitta rete di comunicazioni personali, telefoniche e assimilabili, tra il ragazzo e altre persone estranee al nucleo familiare, tra cui volti già conosciuti alle forze dell’Ordine.

La conferma è arrivata dal cellulare, protetto da password facciale e numerica. Una volta sboccato, i Carabinieri hanno scoperto che il 21 agosto, il 20enne aveva ‘ospitato’ in casa amici e parenti per festeggiare un importante avvenimento. Momenti salienti, immortalati con la fotocamera del telefono ispezionato. E tanto è bastato per farlo finire ancora nei guai. Per queste ripetute violazioni, insomma, la misura degli arresti domiciliari è stata sostituita con quella del carcere.

Analoga sorte era toccata, il 19 agosto, al padre del ragazzo Domenico che si è visto aggravare la misura cautelare degli arresti domiciliari con quella del carcere proprio per aver violato le prescrizioni imposte dal giudice con particolare riferimento al divieto di comunicazioni con persone non conviventi. L’uomo era finito nei guai qualche mese prima, il 18 giugno, quando era stato tratto in arresto per detenzione illegale di stupefacenti.

Il cugino Pompeo Vitale, difeso dall’avvocato Loredana Pascaha, invece, ha patteggiato la pena. Il 39enne, infatti, è stato condannato a 3 anni e 8 mesi dal gup Michele Toriello.



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