“Nostra madre morta per mancanza di cure”: nuovo esposto contro “La Fontanella” di Soleto

L’85enne proveniva dalla casa di riposo ed è deceduta il 29 marzo scorso al Vito Fazzi di Lecce, ma non a causa del coronavirus.

È morta per la mancanza di cure ricevute nella casa di riposo? È l’interrogativo che si pongono i familiari di una 85enne di Castrignano dei Greci che ha presentato una denuncia in Procura. Nell’atto, a cui sono stati alleati dei referti medici, depositato attraverso l’avvocato Donato Amato, i figli ripercorrono la vicenda e viene ipotizzato il reato di “morte come conseguenza di abbandono di persona incapace“.

L’85enne è deceduta il 29 marzo scorso al Vito Fazzi di Lecce, ma presumibilmente non a causa del coronavirus, poiché il tampone a cui è stata sottoposta ha adatto esito negativo. Proveniva dalla rssa “La Fontanella” di Soleto. E lamentano i familiari che nel periodo compreso tra il 21 ed il 27 marzo, l’anziana signora sia stata lasciata sola, in uno stato di degrado ed abbandono. Senza cure ed assistenze adeguate.

La paziente in data 28 marzo venne portata al Pronto Soccorso del Vito Fazzi, in gravi condizioni. Difatti, dopo una visita medica presso “La Fontanella” (nel frattempo commissariata dall’Asl) ed il successivo controllo in ospedale, fu riscontrato uno stato comatoso. Inoltre, non respirava bene e appariva denutrita e disidratata.

Dopo il trasferimento al Fazzi, i medici dell’ospedale decisero comunque di dimetterla e l’anziana tornò nella casa di riposo. Ma solo per poco, perché il giorno dopo a causa di una emorragia gastrica, fu disposto di ricondurla in ospedale. E il 29 marzo, durante il tragitto al Fazzi, la signora morì.

Anche su questo punto della vicenda, i familiari chiedo chiarezza. Chiedendosi in particolare, come mai l’85enne, nonostante le precarie condizioni di salute, venne dimessa dal “Fazzi”.

Ricordiamo che, nelle settimane scorse, tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati nell’inchiesta sulla RSSA “La Fontanella” di Soleto. Si tratta di Federica Cantore, direttrice della struttura; Don Vittorio Matteo, in qualità di amministratore delegato della RSSA e Catello Mangione, responsabile sanitario. Le accuse sono: “abbandono di persone incapaci” e “diffusione colposa di epidemia”.

Il fascicolo d’indagine è nelle mani del sostituto procuratore Alberto Santacatterina, con il coordinamento del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone.

Si continua ad indagare

Proseguono, intanto, le indagini della magistratura, dopo gli esposti dei parenti degli anziani ospiti della RSSA di Soleto che chiedono chiarezza sullo stato di abbandono della struttura.

Nelle scorse ore è stata sentita, in qualità di persona informata dei fatti, un’infermiera della RSSA. Nei giorni scorsi, invece, sono stati depositati vari esposti, attraverso gli avvocati Carlo Gervasi, Angela Rizzo, Giancarlo Dei Lazzaretti, Roberto De Mitri Aymone, Francesco Vergine e Pasquale Gaballo. I familiari chiedono alla magistratura di fare chiarezza soprattuto su quanto accaduto all’interno della casa di riposo, prima che la gestione fosse sottoposta al controllo dell’Asl, dunque nell’arco di tempo compreso tra sabato 21 e giovedì 26 marzo.

In precedenza, è stato già depositato un primo esposto dall’avvocato Angela Rizzo, sempre presso la stazione dei carabinieri di Soleto, guidati dal comandante Gennaro Palmieri che hanno poi provveduto a trasmetterlo in Procura. Il legale ha avanzato richiesta d’incidente probatorio, al fine di ascoltare alcuni anziani ospiti della struttura.

Gli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna hanno depositato una relazione sul tavolo del pm per sostenere che “La Fontanella” non è stata abbandonata a se stessa e che è stata garantita un’assistenza continua agli anziani ospiti.

Attualmente sono 20 le vittime, tra gli anziani pazienti provenienti da ‘La Fontanella’ di Soleto.



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