Ivan Ciullo, la famiglia cerca ancora la verità. E presenta una nuova perizia sui cellulari

Gli avvocati della famiglia di Ivan Ciullo, il dj trovato senza vita nelle campagne di  Acquarica del Capo, chiedono ulteriori indagini alla PM Vallefuoco

Sono passati quasi sei anni da quando il corpo senza vita di Ivan Ciullo è stato ritrovato nelle campagne di Acquarica del Capo. Da quel momento, la famiglia dello speaker radiofonico ha cercato la verità, ricostruendo quel giorno di fine giugno pezzo dopo pezzo, tentando di incastrare tutti i tasselli per sapere cosa sia realmente accaduto. Mamma Rita Bortone e papà Sergio Martella non hanno mai  creduto al suicidio. Ivan non avrebbe mai messo fine alla sua vita, come scritto in una lettera ritrovata nella sua auto, parcheggiata a pochi passi dall’albero di ulivo dove si è impiccato con il cavo di un microfono.

La perizia sui cellulari

L’ultima tessera riguarda una perizia di parte depositata nei giorni scorsi in Tribunale dagli avvocati Paolo Maci –  difensore di Rita Bortone e Daniela Ciullo – e Maria Chiara Landolfo – legale di Sergio Martella. Finirà sul tavolo del Pubblico Ministero Maria Vallefuoco.

La consulenza di parte, condotta dal criminologo Roberto Lazzari sulla base dei supporti informatici estratti nel 2017 dal Consulente tecnico d’ufficio incaricato dalla Procura sul telefono dell’unico indagato, l’uomo con cui Ivan aveva  una relazione, è corredata dalla perizia dell’esperto informatico forense Alessandro Congedo. Secondo la famiglia, la relazione del CTU non darebbe la giusta luce ai fatti accaduti il 20 giugno 2015 che portarono alla morte del giovane dj salentino. Insomma, secondo i genitori, non sarebbe stata cercata la verità. Per questo, gli avvocati Paolo Maci e Chiara Landolfo hanno chiesto alla Pm di nominare un altro CTU affinché estrapoli integralmente tutti i dati custoditi nel telefono dell’indagato.

La relazione investigativa del dottor Lazzari è stata possibile dall’operato della PM Vallefuoco che ha consentito ai legali della famiglia del Ciullo di tornare in possesso del cellulare del ragazzo e di visionare il contenuto della perizia sui cellulari dell’indagato.

Le incongruenze e le omissioni secondo la famiglia del dj

Nella perizia del CTU analizzata dal consulente esperto informatico forense incaricato dal padre di Ivan ci sarebbero delle incongruenze e omissioni di dati. Come si legge nella nota della famiglia «La PM fonda la sua richiesta di archiviazione del procedimento sulla morte di Navi sulla base delle conclusioni del CTU, che si limita ad evidenziare solo una conversazione tra l’indagato e il proprio legale tralasciando qualsiasi altro dato. Questa unica conversazione estrapolata dal cellulare dell’indagato viene considerata determinante per la chiusura del caso».

Errori sarebbero stati commessi anche nell’analisi del cellulare di Ivan, tra cui un vocale inviato su whatsapp. Secondo la famiglia ce n’è uno importante: quello inviato la sera del 20 Giugno 2015 ad una collega che avrebbe certamente indirizzato in altra direzione le indagini.  E poi ci sarebbe il GPS del cellulare che certifica la presenza del Ciullo in una zona distante circa 5 Km dal luogo in cui è stato ritrovato e in un orario non compatibile né con il fatto che la sua auto era ferma già da ore, né tantomeno con l’orario della morte indicato dal medico legale.



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