
Da quando in quel vecchio pozzo in una campagna di Matino, in contrada Santa Anastasia, sono stati scoperti, quasi per caso da un ex poliziotto che aveva appena acquistato il terreno, i resti di un corpo in avanzato stato di decomposizione nessuno sembra avere dubbi che si tratti di Ivan Giorgio Regoli, il giovane scomparso nel nulla il 12 settembre del 2011, da quando si era allontanato da casa senza lasciare messaggi, senza portafoglio o documenti. Ne sono certi i familiari, la mamma Antonia Rizzo e la ex moglie che hanno riconosciuto i vestiti. Lo suggeriscono purtroppo i fatti. Ma non c’è certezza, almeno non ancora.
Sarà la consulenza tecnica, eseguita nei giorni scorsi presso l’istituto di Medicina Legale di Bari, a stabilire se lo scheletro rinvenuto nella cisterna in una località tranquilla e isolata, appartengano senza più dubbi ad Ivan. E non è escluso che alcune risposte possano riuscire a far luce sulla vicenda. Iniziando da quelle che possono essere state le cause del decesso. In base anche all’analisi delle lesioni riscontrate sulle ossa, soprattutto quella presente sul cranio, si potrà stabilire se si tratta di ferite procurate prima o dopo la morte: sono dovute ad un aggressione o invece all’urto conseguente alla caduta nel pozzo e comunque successiva al decesso? Un tassello che gli investigatori considerano importante e che potrebbe segnare una svolta nelle indagini che proseguono incessanti.
Da quando era sparito nel nulla, infatti, tante sono state le piste battute e molte si sono concluse in un vicolo cieco: nulla faceva pensare ad un allontanamento volontario, quello della tragedia è stata fin da subito l’ipotesi più accreditata. Ed è proprio su questo punto che si tenta di far luce: non è escluso che, se di omicidio si tratta, a compierlo siano state più persone. Quasi sicuramente chi lo avrebbe commesso, conosceva sia la vittima che il luogo ove sono state ritrovate le ossa. Come non è esclusa un’altra tesi investigativa: che l’omicidio sia avvenuto in altro luogo (diverso da quello del ritrovamento delle ossa) e l’autore o gli autori siano stati aiutati successivamente ad occultarne il cadavere.
Le indagini sul campo affidate ai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Casarano proseguono minuziosamente per chiudere definitivamente il cerchio delle investigazioni, in tal senso prosegue incessantemente l’ascolto persone in grado di riferire elementi utili alle indagini anche dei famigliari proprietari (all’epoca dei fatti) del terreno luogo del ritrovamento dei resti umani.