Nessun pericolo di infiltrazione mafiosa. Villaggio Barone di Mare torna ai proprietari

Nelle scorse ore, il Tribunale di Lecce infatti, ha dichiarato cessata la misura di Amministrazione Giudiziaria

Nessun pericolo di infiltrazione mafiosa e la società PGH che gestisce il noto complesso turistico “Villaggio Barone di Mare” di Torre Dell’Orso, ritorna nella piena disponibilità dei proprietari, Hermes e Greta Mazzotta.

Nelle scorse ore, il Tribunale di Lecce, Sezione Misure di Prevenzione (presidente Pia Verderosa, a latere Antonio Gatto e Giovanni Gallo) infatti, ha dichiarato cessata la misura di Amministrazione Giudiziaria per totale assenza di qualsiasi pericolo di infiltrazione mafiosa dell’azienda.

Occorre ricordare che due anni fa, la società è stata colpita da interdittiva antimafia adottata dalla Prefettura di Lecce sul presupposto che potesse esserci un pericolo di infiltrazione mafiosa.

All’epoca dei fatti, la società ha chiesto e ottenuto dal Tribunale della Prevenzione, di essere ammessa al controllo giudiziario (ex art. 34 bis, co. 6, del codice antimafia), per dimostrare, mediante il monitoraggio da parte di soggetti nominati dal Tribunale, l’assoluta trasparenza dell’operato societario e l’assenza di collegamenti con la malavita.

In seguito, dopo un anno di controllo giudiziario, la misura è stata convertita in Amministrazione Giudiziaria, a titolo sanzionatorio per il solo fatto che non era stata comunicata la stipula di un contratto ai controllori. Alla scadenza del biennio (un anno di controllo e un anno di amministrazione giudiziaria) il giudice della Prevenzione, chiamato ad esprimersi sui risultati delle due procedure, dopo aver precisato che già al momento dell’ammissione dell’azienda a controllo giudiziario, due anni fa, il pericolo di soggezione o di agevolazione mafiosa dell’azienda si prefigurava assolutamente remoto e improbabile, a valle di un biennio di stretto monitoraggio, ha concluso che “L’amministrazione giudiziaria disposta ai sensi dell’art. 34 bis comma 4 ultimo periodo, D.Lgs. 159/2011 – in conformità a quanto concordemente richiesto dal Pubblico Ministero e dalla Difesa della società (assistita dagli avvocati Saverio Sticchi Damiani, Paolo Spalluto e Alessandra De Pascalis)-può, dunque, dirsi positivamente conclusa alla sua scadenza naturale, senza che si renda necessaria la proroga dell’amministrazione o l’applicazione di altre misure di prevenzione patrimoniale, dovendo recisamente escludersi, alla luce degli elementi istruttori acquisiti, ogni sospetto di infiltrazioni mafiose, idonee a condizionare la gestione della società in esame”.

Si è chiusa così la complessa vicenda giudiziaria e la struttura è tornata nella disponibilità dei proprietari.



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