La Procura invoca una dura condanna per il 45enne di Alezio, accusato di prestazioni sessuali in cambio di denaro con la figlia piccola.
Questa mattina, innanzi al gup Simona Panzera, si è tenuta la discussione in aula. Il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci ha chiesto 12 anni di reclusione. Invece, il difensore dell’imputato, l’avvocato Giampiero Tramacere ha richiesto una perizia psichiatrica per accertare incapacità d’intendere e di volere dell’imputato ed in subordine il minimo della pena. Inoltre, nell’udienza odierna, la presunta vittima di appena 13 anni, si è costituita parte civile attraverso la curatela speciale sui minori, rappresentata dall’avvocato Francesco Calabro, chiedendo il risarcimento del danno. La sentenza è prevista per martedì 17 ottobre.
Le Accuse
L’uomo risponde dei reati di tentata prostituzione minorile, violenza sessuale continuata e aggravata. Infatti, negli scorsi mesi, il gip Antonia Martalò ha emesso un’ordinanza di misura cautelare nei suoi confronti; disponendo il carcere e accogliendo così la richiesta di arresto avanzata dal pubblico ministero Maria Rosaria Micucci.
Il genitore è accusato di avere abusato per ben cinque anni (a partire dal 2012) della figlia minorenne. Questi avrebbe cominciato a molestarla, palpeggiandola nelle parti intime mentre dormiva. Man mano, gli episodi di violenza si sarebbe fatti più frequenti. In certe occasioni, avrebbe costretto la figlia a subire rapporti completi. Nel caso di un suo rifiuto, l’avrebbe ricattata impedendole di uscire e frequentare le amiche; addirittura minacciandola di morte o di percosse. Non solo, poiché durante questi cinque anni, il padre le avrebbe chiesto di praticare con lui rapporti sessuali di varia natura offrendole in cambio somme di denaro.
La denuncia
La ragazza dopo un lungo silenzio si sarebbe confidata con il fidanzato e con un’amica. Ad ogni modo, trovò il coraggio di denunciare il padre. Dopo la segnalazione del Tribunale dei Minori iniziarono i primi accertamenti. La 13enne sarebbe poi stata ascoltata nel corso di un audizione protetta alla presenza di una psicologa, raccontando le violenze subite. Inoltre, avrebbe riferito l’intenzione di suicidarsi e di aver messo in atto gesti autolesionisti (tagli sulle braccia e le gambe).
Per dar sfogo alla terribile condizione, avrebbe poi annotato i propri disagi e stati d’animo sul telefonino, creando una sorta di diario. Infine, avrebbe registrato gli incontri con il padre e le squallide richieste. Il materiale è stato poi analizzato da un consulente tecnico della Procura ed è stato trovato un pieno riscontro alle dichiarazioni della giovane. La ragazza si trova in una struttura protetta ed è seguita dai servizi sociali.
L’incidente probatorio
Inoltre, la minorenne è stata ascoltata nell’ambito dell’incidente probatorio per circa due ore, innanzi al gip Antonia Martalò alla presenza del pubblico ministero Maria Rosaria Micucci. La giovane ha confermato le accuse verso il padre, ribadendo di essere stata vittima di abusi.
La 13enne ha affermato anche di non aver mai raccontato alla madre ciò che accadeva con il padre durante la sua assenza per non procurarle dolore. L’ascolto è avvenuto presso il Tribunale dei Minorenni, alla presenza di una psicologa e dell’avvocato Tramacere, difensore del padre indagato.
