Truffa a un cieco per il finanziamento: chiesta condanna per fratello, cognata e dipendente postale

Non solo, poiché i due parenti dell’uomo, dopo i primi accertamenti della guardia di finanza, sarebbero passati alle minacce di morte.

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Avrebbero truffato un uomo affetto da cecità e per il fratello, la cognata ed un dipendente postale è stata chiesta la condanna.

In mattinata, davanti al giudice della prima sezione monocratica, Stefano Sernia, il vpo d’udienza ha invocato la pena di 8 mesi per ciascun imputato.

Nella prossima udienza, fissata per il il 3 dicembre, è prevista la sentenza.

Sul banco degli imputati compaiono: C. L. D., 65enne e la moglie, V. N., 61enne, entrambi di Lecce; M. C., 42enne di Surbo.

Sono assistiti dagli avvocati Francesca Conte ed Emanuela Toscano. Invece, la vittima del raggiro si è costituita parte civile con gli avvocati Rocco Vincenti e Silvia De Cicco. Infine, compare Poste Italiane in qualità di responsabile civile.

I tre imputati rispondono del reato di truffa aggravata. Invece, C.L.D. è accusato anche di falsità in scrittura privata e minaccia. Per quest’ultimo reato è imputata anche la moglie.

I fatti risalgono al mese di giugno del 2014.

Secondo l’accusa rappresentata dal sostituto procuratore Stefania Mininni, il solo C. L. D. avrebbe falsificato la firma o fatto uso di una scrittura privata recante la firma apocrifa del fratello, per ottenere un contratto di finanziamento di 16mila euro da una banca.

Non solo, poiché la Procura contesta, invece, ai tre indagati un secondo episodio di truffa, per un contratto di finanziamento di 22mila euro. M.C., dipendente delle poste, approfittando di un precedente rapporto di consulenza finanziaria in favore del 54enne, affetto da cecità, gli avrebbe comunicato che avrebbe dovuto prestare garanzia fideiussoria per un finanziamento in favore della cognata di 5mila euro. E lo avrebbe anche rassicurato, dicendogli che sul suo conto corrente non si sarebbe ritrovato alcun addebito. Secondo l’accusa, l’avrebbe indotto in errore sia sull’ammontare esatto del debito contratto, che sulla circostanza di essere debitore principale e non semplice fideiussore della cognata.

Dopo i primi accertamenti della Guardia di Finanza, a seguito di denuncia, C.L.D. ed M.C. sarebbero passati alle minacce di morte verso il 54enne e la compagna. Con frasi del tipo: “Ritenetevi due morti che camminano“. E poi, rivolto al fratello, avrebbe detto: “Infame mi hai mandato la finanza in casa”.



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