
L’attività investigativa svolta recentemente dagli agenti del Commissariato di Polizia di Gallipoli ha consentito di individuare e denunciare in stato di libertà cinque persone, le quali adesso dovranno difendersi dall’accusa di attività fraudolente compiute in danno di altrettanti malcapitati attraverso l’utilizzo di internet.
Capita spesso, difatti, che comitive di turisti consultino siti on line con la convinzione di trovare l’offerta migliore per trascorrere la propria vacanza sul litorale jonico-gallipolino. Offerte che, come purtroppo accaduto altre volte, si rivelano inesistenti nonostante le rassicurazioni e le credenziali fornite. Individui che – fa sapere la Polizia – una volta intascate le somme pattuite, farebbero perdere ogni traccia e lasciando nello smarrimento più totale i malcapitati turisti; i quali solo giungendo a destinazione si accorgono di esser stati raggirati dopo aver contrattato abitazioni in realtà occupate dai legittimi proprietari, se non addirittura inesistenti.
Questo è quanto sarebbe accaduto lo scorso mese di agosto a una comitiva proveniente dalla provincia di Frosinone che giungendo in località Baia Verde aveva subito ipotizzato d’aver subito una truffa, dal momento che quell’appartamento non esisteva affatto e che l’inserzionista si era reso irreperibile dopo aver intascato una caparra di 500 euro circa. Solo a conclusione di una lunga e articolata indagine, gli agenti sono riusciti a identificare il presunto truffatore, originario della provincia di Caserta.
Altro caso più o meno analogo è quello che ha riguardato un turista romano, il quale nello scorso mese di agosto scorso aveva raccontato alla polizia di aver selezionato un B&B nella zona di Lido San Giovanni a Gallipoli, versando, con bonifico bancario, un acconto di 350 euro circa a titolo di caparra a un truffatore che avrebbe dovuto percepire il saldo davanti l’appartamento convenuto. Questo non si è verificato poiché il presunto truffatore, come nel primo caso, avrebbe fatto perdere le proprie tracce, salvo però essere ugualmente individuato dalla polizia a conclusione di una complessa indagine. Si tratta di un uomo proveniente, anch’esso, della provincia di Caserta, che dovrà ora difendersi dalle accuse del reato di truffa a mezzo informatico.
Nel terzo caso, una donna con il concorso del proprio figlio, entrambi della provincia di Napoli, avrebbero ingannato – secondo quanto ipotizzato dagli agenti – un uomo di Gallipoli che aveva pensato di acquistare una scheda elettronica selezionandola su una delle più conosciute bacheche on line. L’acquirente, credendo di concludere un buon affare, si era prima fatto illustrare per bene le caratteristiche dell’oggetto e dopo aver concordato le condizioni di vendita, aveva inviato 255 euro sulla carta postepay dei venditori. La vittima ha pensato al presunto raggiro solo quando non si è mai vista recapitare l’oggetto e non era più riuscita a entrare in contatto con i venditori.
Per ultimo, una donna di origini rumene, ma residente a Roma, è stata accusata di truffa e sostituzione di persona (ed ora dovrà difendersi), al termine di una complessa indagine che ha coinvolto istituti bancari e postali, gestori di telefonia, uffici comunali e altri organi di Polizia. Gli accertamenti compiuti hanno permesso di risalire alla donna straniera in quanto destinataria di cospicue somme di denaro sottratte a ignari titolari di carte prepagate attraverso il metodo del c.d. “phishing” , la truffa informatica che si realizza con l’invio a pioggia di mail fraudolente, recanti i loghi contraffatti di taluni istituti di credito. In questo caso l’utente aveva incautamente inserito i propri dati personali e bancari nei campi del falso sito, determinando inconsapevolmente la sottrazione di circa 600 euro dal proprio conto prepagato.