Una lunga serie di atti persecutori verso l’ex moglie, culminata in minacce con la pistola.
Il giudice monocratico Alessandra Sermarini ha condannato F.M., 54enne leccese, alla pena di 2 anni e 6 mesi. Inoltre, l’uomo è stato condannato al risarcimento del danno di 7 mila euro in favore della vittima, assistita dal legale Simona Guido.
In precedenza, il vpo d’udienza Antonio Zito, ha invocato la pena di 2 anni.
L’imputato rispondeva del reato di stalking e venne anche sottoposto al divieto di avvicinamento.
I fatti sono successivi al mese di ottobre del 2017, dopo la separazione voluta dalla moglie.
La vittima avrebbe denunciato una sequela di comportamenti minatori e violenti da parte dell’ex marito. Anzitutto, numerosi appostamenti nei pressi dell’abitazione dei genitori della donna, dove quest’ultima si era trasferita assieme al figlio. E poi, pedinamenti e telefonate ingiuriose (anche 200 al giorno). In una, egli diceva: “Vado fuori, compro una pistola e quando torno faccio fuori tutti voi”. Gli stessi atteggiamenti minacciosi, sarebbero stati rivolti al figlio, costretto in un’occasione ad assistere all’acquisto di droga, da parte del padre.
Non solo, poiché a fine dicembre di due anni fa, avrebbe telefonato alla moglie pretendendo rapporti sessuali. Di fronte al suo rifiuto, le avrebbe fatto sentire il rumore di tre colpi di pistola (presumibilmente scaccicani), simulando di avere sparato contro il figlio.
Infine, F.M. avrebbe diffuso notizie false sulla ex, dicendo in giro, che si prostituiva. Addirittura, le avrebbe mandato a casa della zia, (dov’era andata a vivere per un periodo) due uomini alla ricerca di rapporti sessuali a pagamento. Naturalmente, di fronte all’accaduto, la signora avrebbe chiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
