Arriva la condanna per l’86enne accusato di avere palpeggiato e tentato di baciare una giovane badante bulgara.
Il collegio della seconda sezione penale (Presidente Gabriele Perna) ha ritenuto l’imputato colpevole dell’accusa di violenza sessuale, dispondendo la sospensione della pena e la non menzione della condanna. L’uomo, residente in una frazione di Tricase, dovrà anche risarcire con la somma di 5mila euro la vittima di molestie, una 23enne di origini bulgare, ma residente a Castrignano del Capo. La badante si era costituita parte civile con l’avvocato Paolo Rizzo.
In precedenza, il pm Maria Rosaria Micucci ha invocato la pena di 1 anno e 8 mesi (senza la sospensione).
La vicenda risale al 15 aprile del 2016. Secondo l’accusa, la giovane bulgara, che per la prima volta assisteva l’anziano signore, si sarebbe recata in casa sua per sostituire una badante della moglie, allettata da anni. Mentre si trovava in cucina, la giovane sarebbe stata raggiunta dall’86enne che avrebbe tentato prima di baciarla e poi di abbracciarla, fino a stringerla con forza e metterle la mano nel reggiseno.
L’inchiesta
La giovane sarebbe poi fuggita via e si sarebbe fatta accompagnare a Tricase da un automobilista di passaggio. Raggiunta la stazione dei carabinieri assieme al marito, avrebbe sporto denuncia. In quella sede, la giovane badante ha dichiarato che l’anziano signore avrebbe anche cercato di chiudere a chiave la stanza, chiedendole di stendersi sul letto e offrendole del denaro per un approccio sessuale. Avrebbe addirittura minacciato di spararla con il fucile in caso di rifiuto. La 23enne a quel punto, per calmare l’uomo, gli avrebbe detto di essere disponibile, ma che voleva prima fumare una sigaretta. In realtà era solo una scusa per poter fuggire via.
Durante l’inchiesta, sono stati ascoltati il marito della presunta vittima che avrebbe dichiarato di essere stato raggiunto dalla moglie in lacrime. Il presunto molestatore, invece, ascoltato solo all’inizio delle indagini, avrebbe negato ogni aspetto morboso della vicenda, affermando di aver solo chiesto alla badante, che si era accesa una sigaretta dentro casa, di uscire fuori a fumare.
L’imputato è assistito dagli avvocati Gianluca Ciardo ed Alessandro Eremita, i quali una volta depositate le motivazioni della sentenza, potrebbero proporre ricorso in Appello.
