
Si conclude con quattro condanne ed un’assoluzione il processo relativo ad una serie di minacce di morte ed atti intimidatori verso una famiglia di imprenditori di Gallipoli, anche facendo riferimento alla conoscenza di personaggi malavitosi, per ottenere 15mila euro.
I giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella ed Elena Coppola) hanno inflitto, per il reato di tentata estorsione, la pena di 5 anni e 6 mesi di reclusione e 4.500 euro di multa ciascuno a Gianluigi Scorrano, 29enne e ad Alberto Bianco, 25enne, entrambi di Gallipoli. Per i due è stata disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. E poi, 4 anni di reclusione più 3.000 euro di multa ciascuno ad Eleonora Scorrano, 34enne, ed a Paolo Bianco, 54 anni, anch’essi di Gallipoli. Nei confronti di entrambi è stata disposta l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.
Invece, Cristina Bianco, 27enne di Gallipoli, è stata assolta per non aver commesso il fatto.
Gli imputati sono difesi dall’avvocato Speranza Faenza che una volta depositate le motivazioni della sentenza, presenterà ricorso in Appello.
Il pm Alberto Santacatterina, al termine della requisitoria, ha invocato la condanna per il solo Pierluigi Scorrano, ma riqualificando il reato di tentata estorsione in esercizio arbitrario delle proprie ragioni e l’assoluzione per gli altri quattro imputati.
L’inchiesta
I fatti si sarebbero verificati dall’estate del 2020 fino al mese di dicembre del 2021 a Gallipoli e le indagini sono state condotte dagli agenti di polizia del locale commissariato.
In base a quanto emerso in fase d’indagine, i cinque per ottenere la somma di 15mila euro, avrebbero espresso minacce, chiamando in causa esponenti della malavita locale e si sarebbero resi protagonisti del lancio di bottiglie e petardi verso l’abitazione di una coppia di imprenditori attivi nel campo della ristorazione. Non solo, poiché avrebbero pedinato e in altre circostanze avrebbero tamponato e speronato l’auto della figlia dei due. E poi venivano contestate minacce del tipo: “Io vado a comandare dove voglio e nessuno mi deve dire nulla” e ancora “Vuoi fare una scommessa con me che tu quei soldi li metti fuori prima o poi”. Infine, secondo l’accusa, avrebbero minacciato gli imprenditori di bruciargli la macchina, la barca e lo scooter. Il presunto piano estorsivo non sarebbe però andato in porto, per l’opposizione delle persone offese.