Si assentavano dal lavoro per “arrotondare” con il volontariato, truffando l’Asl. Arrivano tre condanne

Il giudice Francesca Mariano, al termine del processo, ha condannato alla pena di 2 anni: un sottufficiale dell’aeronautica militare, una infermiera ed un dipendente pubblico.

Arriva la condanna per tre imputati, accusati di fingersi malati o di assistere portatori di disabilità, al fine di arrotondare così lo stipendio, recandosi a prestare volontariato presso associazioni convenzionate con l’Asl.

Il giudice monocratico Francesca Mariano, al termine del processo, ha condannato a 2 anni: Alessandro Barbaro, 51 anni, di Galatina; Addolorata Giannotte, 48 anni, di Salice Salentino e Salvatore Calora, 66 anni, di Squinzano. Il giudice ha anche condannato i tre imputati al risarcimento del danno in separata sede, oltre al pagamento di una provvisionale di 3mila euro ciascuno, in favore dell’Asl che si era costituita parte civile con l’avvocato Alfredo Cacciapaglia.

I tre imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Bonsegna, Luigi Covella, Giancarlo Vaglio e Maurizio Scardia che potranno presentare ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza.

Nel corso della discussione, anche il vpo d’udienza Antonio Paladini ha chiesto la condanna. Gli imputati rispondevano, a vario titolo ed in diversa misura, dei reati di falso e truffa.

I fatti si sarebbero verificati a cominciare dal 2011 e fino al 2014.

In base all’accusa, Alessandro Barbaro, sottufficale dell’aeronautica militare in servizio, all’epoca dei fatti, presso l’infermeria del 61esimo Stormo di Galatina, avrebbe presentato certificati a firma di sette diversi medici (estranei alle accuse), utilizzando anche l’attestazione di presenza in uno studio dentistico. Inoltre, avrebbe avanzato istanze di permessi per assistenza a familiari portatori di disabilità. E avrebbe attestato l’impedimento alla presenza in servizio per cure dentarie, senza però depositare la certificazione medica di riscontro.

Nello specifico, Barbaro si sarebbe assentato dal posto di lavoro, pur percependo la retribuzione giornaliera prevista per le assenze (50 giorni) e avrebbe “arrotondato”, andando a fare volontariato, presso un’associazione.

Invece, Addolorata Giannotte, a quell’epoca infermiera dell’Asl, avrebbe chiesto dei permessi lavorativi, sostenendo che il figlio fosse ammalato. Invece, sarebbe risultato come andasse a prestare servizio presso associazioni di volontariato, per 38 giorni, dove veniva retribuita.

Infine, Salvatore Calora, dipendente dell’Asl, all’epoca dei fatti, presentando falsi certificati medici, avrebbe indotto il suo ufficio ad autorizzarlo ad assentarsi per ragioni di salute e per assistenza familiare a portatori di disabilità. In realtà, risultava presente come volontario presso due associazioni (per 15 giorni), ottenendo una retribuzione.

Le indagini hanno preso il via da una serie di controlli effettuati dalla Guardia di Finanza, su delega dell’allora procuratore aggiunto di Lecce, Antonio De Donno.



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