Estorsione ad un imprenditore. Due condanne per oltre 16 anni di reclusione

La vittima, con un’attività nel mondo dello spettacolo, fu costretta nel lontano 2013, sotto minaccia, a sborsare svariate somme di denaro per un precedente presunto debito

Arrivano due condanne, per oltre 16 anni complessivi di reclusione, al termine del processo  sull’estorsione ai danni di un imprenditore.

La vittima, con un’attività imprenditoriale nel mondo dello spettacolo, fu costretta sotto minaccia a sborsare svariate somme di denaro per un precedente presunto debito.

Nella giornata di lunedì, i giudici della prima sezione collegiale (presidente Annalisa De Benedictis, a latere Elena Coppola e Andrea Giannone) hanno inflitto la pena di 13 anni di reclusione, oltre al pagamento di una multa di 3.200 euro, ad Alessandro Caracciolo, 62 anni, di Monteroni, ritenuto un personaggio di spicco della criminalità organizzata e coinvolto nell’inchiesta della Procura antimafia, denominata “Battleship” e di 3 anni e 6 mesi, oltre a 1.000 euro di multa per Marco Caramuscio, 41enne di Monteroni.

E poi, i giudici hanno disposto il risarcimento del danno, in separata sede, per la vittima che era parte civile con l’avvocato Addolorata Flores.

Il procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi, al termine della requisitoria, aveva invocato 10 anni per Caracciolo ed a 7 anni per Caramuscio.

Caracciolo e Caramuscio sono difesi rispettivamente dagli avvocati Ladislao Massari e Stefano Pati e potranno fare ricorso in appello.

I fatti risalgono a giugno del 2012. Secondo l’accusa, Caracciolo avvicinò l’imprenditore, sollecitandolo a saldare il debito verso una ditta. E affermò che gli avrebbe fatto avere indietro la strumentazione, che era stata “trattenuta” dalla stessa, a fronte della somma di cui era creditrice, aggiungendo che il denaro, da quel momento, doveva essere consegnato a lui.

La ditta in realtà scelse la via giudiziaria per dirimere la controversia e l’imprenditore, ad agosto del 2013, al momento della consegna del denaro, sostiene l’accusa, chiese spiegazioni ad Alessandro Caracciolo sull’atto giudiziale per 16 mila euro che aveva ricevuto. Caracciolo impugnando un martello, gli rispose con fare minaccioso: “Mo ti faccio fare 40 giorni di ospedale così capisci che non mi devi prendere in giro”.

Ed a febbraio arrivarono nuove minacce.  La vittima, gli consegnò la somma di 4.530 euro, ma pretese chiarimenti sul perché Caracciolo non gli avesse restituito l’atto, ricevendo questa risposta: “Se tieni da perdere ti fanno il sequestro, se non tieni da perdere non prendono niente, questi soldi sono miei e mi devi dare gli altri perché quell’altro deve imparare che non deve andare alla legge”.

E ancora, tra settembre e ottobre del 2013, il 62enne si presentò nel deposito della vittima,  con Caramuscio e Mirko Raho, 45 anni, residente ad Arnesano, per sollecitarlo a ulteriori versamenti: “Sono venuto a prendere i miei soldi perché abbiamo saputo che hai lavorato bene quest’anno”.

In un’altra circostanza, il 13 dicembre del 2013, Caracciolo, in compagnia di Raho, avrebbe fatto visita nuovamente all’imprenditore e l’avrebbe poi schiaffeggiato, aggiungendo: “Ci devi dare i soldi, se non paghi entro il 30 dicembre la prossima volta che torniamo non sarà solo uno schiaffo capisci?”.

Raho è stato già condannato in via definitiva a 2 anni di reclusione, per un unico tentativo di estorsione.



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