
Si conclude con la condanna il processo a carico di due ragazzi accusati di aver picchiato un automobilista, dopo una mancata precedenza.
Nelle scorse ore, i giudici in composizione collegiale del tribunale per i minorenni (presidente Silvia Minerva) hanno inflitto la pena di 8 mesi ciascuno per i presunti aggressori, rispettivamente di 15 e 17 anni (all’epoca dei fatti), residenti in un paese del Basso Salento, per il reato di lesioni personali. Invece, il pm Maria Rosaria Micucci ha invocato la condanna ad 1 anno e 4 mesi ciascuno.
Il collegio giudicante ha inoltre disposto la trasmissione degli atti al pm, per valutare l’ipotesi di reato di falsa testimonianza a carico dei testi della difesa.
Gli imputati sono assistiti dall’avvocato Isabella Fersini che potrà presentare ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza (entro 45 giorni). Invece, la persona offesa, un 60enne di Sannicola, è assistito dall’avvocato Rocco Vincenti.
Va detto che nei mesi scorsi, si era tenuta l’udienza preliminare, dinanzi al gup del Tribunale per i Minorenni, Paola Liaci. La persona offesa è stata ascoltata e ha riconosciuto i suoi aggressori.
I fatti risalgono ad una serata di agosto del 2020 e si sarebbero verificati a Sannicola. L’automobilista avrebbe tagliato la strada ai due giovani che procedevano in moto. In seguito, è sceso dalla macchina per chiedere scusa. I due ragazzi hanno cominciato ad inveire contro l’uomo che ha chiesto loro di calmarsi. Uno dei due si è tolto il casco, cercando di colpirlo. A quel punto, è scattato il parapiglia e l’automobilista è stato raggiunto da un violento pugno in pieno viso, alla presenza di diversi testimoni. Gli aggressori si sono dileguati, mentre il 60enne è stato prima soccorso e poi portato all’ospedale di Gallipoli per essere medicato. In seguito, è stato operato per ben due volte presso l’ospedale di Tricase. L’uomo a seguito del violento pugno ha subìto danni permanenti ed in particolare una limitazione della vista ad un occhio.
Successivamente, la vittima ha sporto denuncia e i due ragazzi sono stati identificati, perché uno dei testimoni ha preso il numero di targa della moto. In seguito, come detto, si è giunti alla celebrazione del processo, conclusosi con la condanna in primo grado.