Insulti e minacce ad un coetaneo, nei pressi di un bar. Giovane condannato a 4 mesi  

Il giudice ha riqualificato, però, nei confronti dell’imputato, 17enne all’epoca dei fatti, il reato di istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa in quello di minaccia.

Arriva la condanna a 4 mesi di reclusione, con pena sospesa, al termine del processo con rito abbreviato, a carico di un 19enne dell’hinterland di Casarano accusato di insulti omofobi verso un coetaneo. Non solo, poiché il ragazzo avrebbe utilizzato espressioni discriminatorie verso gli ebrei.

Il gup Lucia Raboni del tribunale per i minorenni, al termine del rito abbreviato, ha riqualificato, però, nei confronti del giovane, 17enne all’epoca dei fatti, il reato di  istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa in quello di minaccia.

Le ipotesi di reato sono contenute nella richiesta di rinvio a giudizio del pm Maria Rosaria Micucci.

I fatti risalgono al mese di settembre del 2022 e l’inchiesta è scattata dopo la denuncia dei genitori della presunta vittima, 17enne all’epoca dei fatti, come l’imputato.

Secondo l’ipotesi accusatoria,  il ragazzo, assieme ad altri amici, si sarebbe avvicinato con tono minaccioso al coetaneo, mentre questi si trovava seduto al tavolino di un bar, in compagnia della sorella più grande e di una sua amica. E il giovane l’avrebbe offeso con frasi del tipo:  «Per me quelli come te, fru fru, dovevano finire come gli ebrei». E ancora: «Hai perso la dignità, so dove abiti, ti vengo a trovare».

Il giovane sarebbe poi scoppiato a piangere, ma avrebbe poi trovato il coraggio di confidarsi con i genitori e di denunciare tutto.

Non solo, il 17ennne, sarebbe stato nuovamente minacciato e insultato, sui social network, sempre con epiteti a sfondo omofobo e razziale.

Come detto, al termine del processo è caduta l’accusa di istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa in quello di minaccia.

L’imputato è assistito dagli avvocati Silvio e Giorgio Caroli. La difesa, una volta depositate le motivazioni della sentenza (entro 60 giorni), potrà fare ricorso in Appello contro la condanna.