Abusi sessuali verso bambina di 9 anni. Patrigno condannato a 13 anni in Appello

L’uomo sfuggì anche ad un mandato di cattura europeo emesso dal tribunale di Lecce, ma fu poi rintracciato.

Arriva la riduzione della pena, al termine del processo di Appello, con una condanna  a 13 anni di reclusione, per un 42enne accusato di avere abusato della figlia di appena 9 anni della compagna.

La sentenza è stata emessa, nelle scorse ore, dai giudici della Corte di Appello (presidente Domenico Toni).

In primo grado, l’imputato fu condannato a 16 anni, per il reato di violenza sessuale aggravata.

La prima sezione collegiale dispose una provvisionale di 300mila euro in favore della bambina e  di 10mila per ciascun genitore, oltre al risarcimento in separata sede.

I risarcimenti sono stati confermati in appello. Le parti civili erano rappresentate dagli avvocati Luca Puce ed Ada Carolina Coluccello.

L’imputato, difeso dall’avvocato Alessandro Costantini Dal Sant, potrà ricorrere in Cassazione, una volta depositate le motivazioni della sentenza nei prossimi 90 giorni.

I fatti si sarebbero verificati tra gennaio e settembre del 2019 in un paese del Sud Salento. Secondo l’accusa, il patrigno avrebbe violentato in diverse occasioni la figlia di appena 9 anni della compagna, in camera da letto o sul divano di casa.

Inoltre, era accusato di avere minacciato la compagna con messaggi Whatsapp, dopo aver avuto sentore di una denuncia della donna per gli abusi nei confronti della figlia. L’accusa di stalking è caduta al termine del processo.

L’uomo sfuggì anche ad un mandato di cattura europeo emesso dal tribunale di Lecce, ma fu poi rintracciato in Albania a Valona (sua città di origine) e infine fu tradotto nel carcere di Borgo San Nicola.