Minacce, percosse e umiliazioni verso la compagna. Condannato un 47enne leccese

L’imputato rispondeva delle accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, con l’aggravante della presenza della figlia minore della donna. 

Arriva la condanna per un 47enne leccese accusato di una lunga serie di minacce di morte, vessazioni e aggressioni fisiche nei confronti dell’allora compagna, anche in presenza della figlia della donna, una minore affetta da patologie psichiatriche.

Nelle scorse ore, a conclusione del processo, i giudici della prima sezione collegiale (presidente Fabrizio Malagnino) hanno inflitto la pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione all’imputato.

Per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà attendere i prossimi 90 giorni. E successivamente la difesa, rappresentata dall’avvocato Valeria Caroli, potrà fare ricorso in Appello.

L’imputato rispondeva delle accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, con l’aggravante della presenza della figlia minore della donna.

Il collegio di giudici ha disposto anche il risarcimento del danno in separata sede ed una provvisionale di 10mila euro in favore della madre e di 5mila euro per la figlia. La parte civile era rappresentata dall’avvocato Anna Maria Ciardo.

I fatti contestati dalla Procura a seguito della denuncia della vittima e delle indagini condotte dagli agenti della Squadra mobile di Lecce, si sarebbero verificati nel capoluogo salentino, a partire dal dicembre del 2021.

Il 47enne, in base all’ipotesi accusatoria del pm Rosaria Petrolo, sottoponeva la compagna a continui atti di vessazione ed umiliazione. Nello specifico, l’avrebbe ripetutamente percossa con calci e pugni, al termine di liti per motivi di gelosia. Ed in una circostanza le avrebbe causato un trauma cranico lieve ed una serie di lividi con prognosi di sette giorni, come refertato dai medici dell’ospedale.

E poi  avrebbe controllato ogni suo spostamento, ostacolando le amicizie della donna, con metodi violenti.

Inoltre, l’avrebbe tempestata di telefonate e messaggi dal contenuto minatorio.

L’uomo venne anche attinto dal divieto di avvicinamento.

In seguito, il 47enne venne raggiunto da un decreto di giudizio immediato ed il processo si è concluso, in queste ore, con la condanna in primo grado dell’uomo.