
Termina con la condanna a 6 anni di reclusione, il processo verso un 53enne residente a Nardò, accusato di una serie di condotte dispotiche e minacciose verso la compagna, anche nel periodo in cui la donna era in stato di gravidanza.
Il verdetto è stato emesso dai giudici della prima sezione collegiale, nella giornata di lunedì. Disposto anche il risarcimento del danno per 20mila euro, in favore della vittima che si era costituita parte civile con l’avvocato Cinzia Vaglio.
L’imputato rispondeva del reato di maltrattamenti in famiglia.
Le motivazioni della sentenza si conosceranno entro i prossimi 90 giorni.
I fatti contestati dalla Procura si sarebbero verificati per oltre dieci anni. Nello specifico, a partire dal 2012, anno del matrimonio, e fino al febbraio del 2023, quando la donna trovò il coraggio di sporgere denuncia.
Come emerso nell’inchiesta, l’uomo tornava di notte ubriaco a casa. Di fronte alle legittime rimostranze della moglie, il 53enne reagiva violentemente, arrivando a picchiarla ripetutamente. Non solo, poiché le lanciava addosso una serie di oggetti e perfino minestre calde, incurante del fatto che fosse in stato di gravidanza e nonostante la presenza dei figli. La compagna, all’epoca dei fatti, veniva minacciata, percossa ed insultata per futili motivi. Le veniva contestato, ad esempio, di non osservare l’assoluto silenzio durante la cena. Come detto, le botte erano accompagnate da minacce del tipo: “…..non sei adatta ai miei figli…prima o poi ti devo distruggere, ti devo accendere come una candela”.
Dopo la condanna in primo grado, la difesa potrà fare Appello.