
Calunniò un carabiniere, attraverso due telefonate al 112, accusandolo ingiustamente di percepire tangenti, addirittura dai trafficanti di droga. Non solo, poiché come emerso dal processo, cercò anche di investire un suo concittadino e gli puntò contro una pistola.
Al termine del processo, i giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, relatrice Valeria Fedele) hanno condannato A.F., 59enne di Surbo, alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione per i reati di calunnia, porto abusivo e minaccia. Invece, l’imputato è stato assolto dai reati di peculato e minaccia a pubblico ufficiale. La Pubblica Accusa aveva invocato la condanna a 2 anni.
A.F. difeso dall’avvocato Fabrizio Tommasi potrà presentare ricorso in Appello.
Una delle vittime si era costituita parte civile con l’avvocato Pietro Vetrugno (sostituito in udienza dall’avvocato Vincenzo Perrone).
Secondo l’accusa, nell’aprile del 2019, A.F., come detto, avrebbe calunniato il carabiniere per indurlo a desistere dalle indagini nei suoi confronti.
Invece, da gennaio ad aprile dello stesso anno, il 59enne avrebbe rivolto una serie di minacce di morte verso un concittadino. E avrebbe portato fuori dalla propria abitazione dei “coltelli a molletta”.
A.F. è stato invece assolto dall’accusa di essersi appropriato delle somme di denaro erogate a titolo di pensione, in favore dello zio, di cui era tutore.