Si sarebbe appropriato di circa 19mila euro, fingendosi invalido con la complicità dell’allora compagna. Al termine del processo, il giudice monocratico Bianca Todaro ha condannato Antonio Nardelli, 57enne di Sannicola, alla pena di 5 anni e 6 mesi e la compagna all’epoca dei fatti, Rita Elisabetta Toma, 50 anni, originaria di Galatina alla pena di 3 anni e 6 mesi.
Non solo, poiché il giudice ha condannato entrambi al pagamento di una provvisionale di 5 euro ciascuno in favore dell’Asl, assistita dall’avvocato Alfredo Cacciapaglia e dell’Università di Camerino, assistita dall’avvocato Antonio Filograna, oltre al risarcimento del danno in separata sede. Per Nardelli è stata disposta l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena.
Una volta depositate le motivazioni della sentenza, la difesa rappresentata dagli avvocati Americo Barba, Giovanni Gabellone ed Anna Elisa Prete, potrà presentare ricorso in Appello.
Rispondevano dei reati di truffa aggravata ai danni dell’Inps, falso ideologico, ricettazione.
I fatti si sarebbero verificati tra agosto del 2015 e giugno del 2017 e le indagini sono state condotte dai militari della Guardia di Finanza di Lecce e della Compagnia di Gallipoli.
Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Massimiliano Carducci, gli imputati si sarebbero procurati il contributo assistenziale di 19,030 euro, calcolati in 290 euro mensili per pensione di invalidità civile e 508-515 per indennità di accompagnamento.
Nardelli, infatti, si sarebbe dichiarato completamente invalido, al termine di un intervento che lo aveva lasciato soltanto parzialmente menomato (al 40%). Durante la prima visita del 22 giugno del 2015, dinanzi alla Commissione medica dell’INPS di Lecce, immortalata dagli inquirenti, Nardelli non avrebbe neppure sollevato le braccia, fingendo immobilità totale.
E nella visita di revisione del 24 novembre si sarebbe presentato in sedia a rotelle, accompagnato dalla compagna, dinanzi alla commissione medica di Casarano.
Nardelli avrebbe beneficiato di una serie di supporti come stampelle, pannoloni, etc. E avrebbe anche ottenuto prestazioni sanitarie gratuite, attraverso la presentazione di tre ricettari.
E poi, nonostante percepisse la pensione per la falsa invalidità, inoltrava una richiesta, ad appena 20 giorni dalla morte della madre, per ottenere anche l’indennizzo di reversibilità, non riuscendo nell’intento.
Infine, nell’agosto del 2016, il 57enne di Sannicola avrebbe indotto in errore l’Università di Camerino, dichiarando di essere falso portatore di handicap, nella richiesta di esonero dalle tasse universitarie per l’anno accademico 2015/2016.
L’uomo, formalmente affetto da un’invalidità fisica, è stato però scoperto dai finanzieri, attraverso appostamenti e pedinamenti e grazie riprese con l’ausilio delle videocamere installate in punti nascosti. Ed è stato per esempio immortalato, mentre cambiava la ruota della macchina, muovendosi autonomamente e senza alcun ausilio.
Inoltre, è stato disposto il sequestro preventivo del profitto del reato di truffa, con provvedimento a firma del gip.
