Minacciò, più volte, il proprietario di una rivendita ambulante per costringerlo a fornirgli panini imbottiti, gratuitamente. Per Mario Antonio Pizzi, 34enne di Melissano è arrivata la condanna.
Il giudice monocratico Sergio Tosi ha inflitto la pena di 11 anni, 1 mese ed 10 giorni, nei confronti dell’imputato. Inoltre, è stata disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Rispondeva di estorsione continuata e aggravata.
Il dr. Tosi, invece, ha assolto un 24enne del posto, difeso dal legale Francesco Fasano, per il reato di concorso in estorsione ed entrambi dall’accusa di danneggiamento seguito da incendio. In precedenza, il vpo d’udienza aveva invocato la condanna a 5 anni e 2 mesi per entrambi.
Pizzi è assistito dall’avvocato Claudio Miggiano che una volta depositate le motivazioni impugnerà la sentenza in Appello. La presunta vittima, invece, non si è costituita parte civile.
L’arresto
Pizzi finì ai domiciliari, nel marzo scorso, in esecuzione di un’ordinanza cautelare emessa dal Gip di Lecce Antonia Martalò (senza rilevare sufficienti indizi di colpevolezza per l’incendio). Furono i carabinieri di Melissano ad eseguire la misura nei confronti del 34enne. L’uomo, fino a febbraio del 2016, pretese di avere gratuitamente una “partita” di panini imbottiti, “sospesa” solo nel periodo in cui era detenuto dietro le sbarre.
Assumendo atteggiamenti da boss e frasi del tenore “Questa è zona mia”, ottenne senza pagare la consegna di cibarie varie. Nel frattempo l’uomo finì in carcere, per altre vicende giudiziarie, ma uscito dopo un paio di mesi si ripresentò all’ambulante con fare spavaldo. Il commerciante non accettò più le intimidazioni e affrontò il cliente “moroso”. Di fronte all’insistenza di Pizzi che lo minacciava con frasi del tipo, “Sai chi sono io. I panini me li devi fare”, sporse denuncia.
L’estorsore, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto la collaborazione di un 24enne del posto, il quale dopo essersi avvicinato in un’occasione al camioncino dell’ambulante, lo avrebbe minacciato con l’affermazione “Questa te la faccio pagare”. Tra le altre cose, appena pochi giorni dopo, il furgone venne distrutto, poiché avvolto dalle fiamme a seguito di un incendio. Come detto, queste ultime accuse sono “cadute” al termine del processo.
