Arrivano tre lievi condanne ed altrettante assoluzioni al termine del processo per i disordini avvenuti nell’ottobre del 2020, durante un corteo nel centro cittadino di Lecce, per protestare contro le restrizioni del governo Conte, in occasione dell’emergenza covid-19.
I giudici della seconda sezione collegiale (presidente Cinzia Vergine), nelle scorse ore, hanno inflitto: 8 mesi di reclusione a G.P., 27 anni di San Pietro in Lama; 4 mesi e 5 giorni di reclusione a S.D.M., 44enne di Surbo; 1 mese e 5 giorni di arresto per R.M., 30 anni di Racale. Gli imputati sono stati comunque assolti da alcuni capi d’accusa. Inoltre, per tutti è stata disposta la sospensione della pena e la non menzione della condanna. La difesa potrà comunque presentare ricorso in Appello.
Sentenza di assoluzione da ogni accusa “perché il fatto non sussiste” per A.D.R., 29enne di Gallipoli; A.L.R., 29 anni di Galatina; M.S., 47 anni di Lecce.
Il collegio difensivo
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Milli, Francesco Calabro, Angelo Ninni, Ladislao Massari, Carlo Gervasi, Stefano Valentini, Paolo Cantelmo e Mario Liviello.
Gli imputati rispondevano, a vario titolo, delle ipotesi di reato di: resistenza a pubblico ufficiale, getto pericoloso di cose, favoreggiamento personale, istigazione a delinquere.
Le indagini sono state coordinate dalla pm Giovanna Cannarile e condotte dagli agenti della Digos. I fatti risalgono al 26 ottobre del 2020, quando si svolse in piazza Sant’Oronzo, la manifestazione improvvisata “Insieme per la libertà”, per protestare contro le restrizioni adottate con il D.P.C.M, emesso due giorni prima dal governo presieduto dall’allora Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per arginare l’emergenza sanitaria da covid-19. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, durante il corteo si verificarono alcuni episodi di violenza e minaccia verso le forze dell’ordine. In particolare, vi furono i lanci di due fumogeni, in direzione di una macchina della polizia. Uno di essi colpiva un albero e l’altro giungeva a poca distanza dal mezzo. Inoltre, secondo l’accusa, alcuni manifestanti con il volto travisato aggredivano i poliziotti che avevano identificato l’autore del lancio di fumogeni.
Non solo, poiché alcuni partecipanti al corteo avrebbero tentato di sfondare il cordone di polizia posto all’imbocco di Piazza Sant’Oronzo per impedire il transito del corteo non autorizzato.
Come detto, una parte delle accuse è caduta al termine del processo.