Maresciallo della Finanza morto in un incidente stradale: condannati tre dipendenti della Provincia

Il maresciallo Fedele De Luca, 48enne di Ortelle è deceduto il 15 luglio del 2013, dopo un terribile incidente stradale sulla strada provinciale che collega Poggiardo a Maglie.

Tre condanne per la morte del maresciallo della Gdf, Fedele De Luca, avvenuta in un incidente sulla Poggiardo-Maglie, mentre si recava al lavoro.

Il giudice monocratico Valeria Fedele ha inflitto la pena di 1 anno e 4 mesi per i dipendenti della Provincia di Lecce, all’epoca dei fatti: il capocantoniere Oronzo Brocca, 54enne di Uggiano La Chiesa; Francesco Silipo, 66enne di Surbo ed il funzionario Raffaele Pati, 68enne di Arnesano. Il Tribunale ha, comunque, riconosciuto le attenuanti generiche e disposto la sospensione della pena e la non menzione della condanna per tutti e tre.

Gli imputati rispondevano dell’accusa di omicidio colposo in concorso.

Il giudice ha, inoltre, condannato i tre dipendenti e la Provincia, nelle vesti di responsabile civile, al pagamento in solido di una serie di provvisionali (tra i 25mila ed i 50mila euro) ed al risarcimento del danno in separata sede, in favore dei familiari della vittima, difesi dai legali Mauro Carrozzo e Giuseppe Pillon.

In precedenza, il vpo d’udienza Vito Aprile ha chiesto la condanna dei tre imputati a 4 anni ciascuno.

La difesa, rappresentata dagli avvocati Rita Ciccarese, Stefano Rizzelli e Daniela Felline, sostiene, in base ad una consulenza di parte, come il finanziere guidasse ad una velocità di oltre 100 km/h. Presenterà ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza.

I fatti

Il maresciallo Fedele De Luca, 48enne di Ortelle è deceduto il 15 luglio del 2013, dopo un terribile incidente stradale sulla strada provinciale che collega Poggiardo a Maglie. Secondo il pm Angela Rotondano, l’incidente si sarebbe verificato a causa di una serie di inosservanze di leggi, regolamenti e circolari. Anche perché, dopo il tremendo impatto, si verificò lo staccamento del guardrail dal suolo per oltre 5 metri che sfondò l’abitacolo della monovolume e portò alla decapitazione del guidatore. E proprio su questo punto, la Procura ritiene che i tre “omettevano di rimuovere la vetusta barriera metallica che, collocata inutilmente in un punto in cui non era prescritta l’installazione di barriere di sicurezza, risultava per la sua struttura non a norma di legge“.



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