Gamberi rosa, Gamberi rossi, totani, polpo. C’era di tutto in una pescheria di Gallipoli, tranne l’etichettatura e la documentazione commerciale necessaria a indicare la tracciabilità del prodotto ittico messo in vendita. Così, l’ispezione degli uomini della Guardia Costiera nel locale della Città Bella si è conclusa con una sanzione amministrativa, prevista dalla vigente normativa sulla pesca, per un importo di euro 1,500 euro. Oltre alla multa, è scattato anche il sequestro amministrativo di circa 200 kg di prodotto ittico vario non tracciato.
Tracciare il pesce è un percorso importante per capire cosa accade dal mare al piatto. Consente di sapere la provenienza del prodotto che consumiamo e quando è stato pescato, ad esempio. Per questo, la Capitaneria di porto di Gallipoli invita tutti i consumatori e gli esercenti di attività commerciali ad acquistare solo prodotti ittici di cui sia certificata la tracciabilità e per la quale sia comprensibile l’etichetta, che deve contenere tutte le informazioni obbligatorie. L’acquisto da venditori non autorizzati, oltre a favorire il depauperamento della fauna marina, comporta rischi per la salute.
I controlli sulla filiera della pesca da parte della Capitaneria di porto di Gallipoli continuano. Basta guardare i numeri delle ‘verifiche’ effettuate ad aprile: si parla di 2.170 ricci di mare sequestrati e 53 kg di prodotto ittico non tracciato/sottomisura scoperto dagli uomini in divisa. Sono stati elevati anche 10 verbali amministrativi per un totale di 33mila euro.
Costantemente impegnati a tutelare l’ambiente marino e la sua biodiversità e a controllare tutta la filiera della pesca, la attività di controllo proseguiranno con lo scopo di preservare e tutelare gli habitat e garantire che sulla filiera della pesca circolino merci prodotte lecitamente e tracciate.
