Coronavirus, il “mistero” dei cinque ragazzi ricoverati smentito dagli Ospedali. Ecco come stanno le cose

Risolto il mistero dei cinque ragazzi ricoverati in condizioni definite «severe». I casi che non erano stati confermati dagli Ospedali hanno sollevato non poche polemiche.

I cinque ragazzi ricoverati in Ospedale in condizioni definite «severe» è diventato un vero e proprio mistero. E un terreno di scontro politico visto che l’epidemiologo Pierluigi Lopalco – che aveva lanciato l’allarme per accendere i riflettori sul fatto che anche i giovani possono ammalarsi – è candidato alle regionali in una lista a sostegno del Governatore Michele Emiliano.

Tutto è cominciato quando qualcuno si è preso la briga di chiamare tutte le strutture pugliesi per chiedere se ci fossero realmente dei giovani ricoverati in terapia intensiva in gravi condizioni, sentendosi rispondere con un secco no. La conclusione dopo il giro di telefonate? Di questi cinque ragazzi non c’era traccia.

Apriti cielo, Matteo Salvini, sulla sua pagina facebook, ha attaccato duramente il professore e la sinistra pugliese che – testualmente – fa campagna elettorale su bugie e terrore. «Lopalco, aspirante candidato con Emiliano e capo della task-force sul Covid nella regione, ha parlato di cinque giovani ricoverati in condizioni severe, ma gli ospedali negano. Guarda caso – si legge sul post del Leader della Lega condiviso sui social – è con notizie allarmanti come questa che il Governo giustifica lo stato di emergenza perenne, la limitazione delle libertà, la chiusura delle discoteche». «Lopalco chiarisca o si dimetta. Emiliano non può far finta di nulla» ha tuonato il segretario.

Che cosa è successo?

In poche parole, la notizia è stata “gonfiata” da qualche giornalista. O ancora il ‘fraintendimento’ è nato dalla domanda fatta nel momento in cui sono stati interrogati gli Ospedali. Lopalco non ha mai parlato di casi gravi, ma di severi. E tra le due condizioni c’è una bella differenza. Il professore, in un lungo post, ha provato a spegnere le polemiche sollevate.

«Qualche giorno fa a domanda di una giornalista che mi chiedeva che tipo di casi stiamo osservando in queste settimane, ho risposto che nel nostro archivio risultavano anche 5 casi di giovani fra 20-30 anni definiti con un livello severo di malattia. I soliti noti, con la solita tecnica del telefono senza fili, hanno via via distorto questa mia informazione, facendomi alla fine dire che in Puglia abbiamo casi di ventenni in condizioni gravi in terapia intensiva. Niente di più falso: mai detta una cosa simile» si legge.

«Come al solito gli allocchi ci cascano e ho avuto un gran da fare a ripulire la mia bacheca dai commenti di frotte di imbecilli. Per chiarire: nelle linee guida dell’istituto superiore di sanità si definisce caso severo un paziente con manifestazioni cliniche a carico delle vie respiratorie/altri organi apparati che necessitano di ricovero (non in terapia intensiva). Se passa in terapia intensiva si etichetta come critico» ha concluso il professore.

A conti fatti, insomma, è tutta una questione di sfumature. «Se la chiamata ai reparti è stata fatta con la richiesta di capire se ci fossero pazienti gravi, è possibile che i medici abbiano potuto rispondere di no» ha spiegato l’epidemiologo.



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